Cronaca
30 Aprile 2011
Appaltopoli, foto inedite mostrano imputati insieme ai testimoni dell’accusa

In gita sulle piste da sci con i suoi ‘ricattatori’

di Marco Zavagli | 3 min

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Lui era chiamato come teste dell’accusa. Ma le domande degli avvocati sembravano rivolte più a un imputato che a un testimone. Siamo a Mazzettopoli. Sul banco dei testimoni c’è il geometra Antonio Zucchini, libero professionista. Di lui in precedenza aveva già parlato l’imprenditore Daniele De Giuli. Che per istruire una pratica relativa a un fabbricato a Francolino si rapportava con il Comune attraverso Zucchini: “mi chiedeva soldi, 200, 300 o 400 euro, da dare ai geometri comunali; mi diceva che era l’unico modo per far procedere la pratica. Credevo fossero per lui…” (vai all’articolo).

Ora a parlare è il suo tecnico. Davanti alle domande della pm Patrizia Castaldini elenca le varie mazzette corrispondenti ad altrettante pratiche che De Giuli era costretto a sborsare ai geometri dello sportello edilizia privata dell’amministrazione, a Gianni Gardenghi prima e a Ivan Passerini poi.

Passerini si è sempre difeso dicendo che “le dazioni di denaro erano compensi per cose che svolgevo fuori dell’orario di ufficio e su loro richiesta”. E, a sentire Zucchini, un fondo di verità c’è. Tanto che, su sollecitazione delle difese, il tribunale si ritira per esaminare se dalle dichiarazioni del testimone potessero emergere elementi di colpevolezza, poi esclusi. L’esame testimoniale è proseguito così fino alle 16 del pomeriggio. Di fronte ai tanti “non ricordo” l’avvocato Massimo Bissi, difensore di Passerini gli legge le dichiarazioni rese ai carabinieri in sede di indagine. Come quando pagò una tranche di una tangente a opera terminata, quindi quando l’iter era già positivamente concluso (“a che pro?” si chiede la difesa). Andato una sera a casa di Passerini – del quale si dice semplice “conoscente” -, poi, ad arresto di Gardenghi avvenuto, verrà tranquillizzato dallo stesso geometra comunale: “non c’è da preoccuparsi perché butto via tutto, fogliettini, appunti…”. “Di che cosa si doveva preoccupare se lei era parte offesa?” chiede l’avvocato Bissi. Il “pagavo perché altrimenti le pratiche andavano a rilento e l’iter si interrompeva; temevo ripercussioni per la mia attività” però non basta alla difesa, che torna alla carica: in un altro episodio (un magazzino a Boara) Passerini si offrì, in cambio di 1500 euro, di compilare alcuni atti. Lui consentì, “per rimanere in buoni rapporti”. Altre volte Passerini si offriva per consulenze tecniche per lavori privati di clienti di Zucchini. In un caso è lui a chiamare come consulente il geometra comunale. Che non chiederà corrispettivo.

Alle parole si aggiungono anche le immagini. Foto – fino a ieri mai viste nemmeno dal pm -prodotte in aula dal collegio difensivo nelle quali Zucchini sorride in mezzo al gruppo di tecnici comunali finiti sotto processo. È il ricordo di una gara di pesca, “che feci sponsorizzare – si giustifica il testimone – perché sono un patito di questo sport e mi piace stare in compagnia”. Ammetterà anche che con Gardenghi e Passerini aveva trascorso gite sulle piste da sci: “a me piace sciare”.

Sbotta a questo punto anche l’avvocato di Gulinelli, Irene Costantino, che chiede “come mai se dal 2003 al 2008 ha dato dei soldi a questi tecnici non si è deciso a denunciarli dopo le prime tangenti? . “Non me la sentivo, avevo paura di non poter più lavorare come tecnico esterno del Comune”.

Tocca quindi all’avvocato Achille Melchionda, anch’egli difensore di Passerini, farsi riprendere dal giudice quando si lascia scappare un giudizio “fuori di codice”: “cosa sarebbe il nostro Paese se tutti coloro che subiscono un ricatto si comportassero così”.

Al termine dell’udienza gli avvocati della difesa non risparmiano il testimone. E nemmeno la procura. “Pensiamo che la verità verrà fuori – commenta Bissi – e oggi una parte di essa ha iniziato a intravedersi”. Alla domanda dei giornalisti sul fatto che dalle dichiarazioni del testimone potessero ravvisarsi profili di colpa, il legale si lascia andare a una critica nemmeno troppo velata: “Forse è più comodo fare un processo con un imputato e tanti testimoni piuttosto che con tanti imputati e nessun testimone”.

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