“C’è un interesse diffuso e non catalogabile se non come cittadini interessati a questa prima grossa progettazione dell’amministrazione Fabbri sul piano urbanistico di Ferrara. Ma questo interesse si sta espandendo sempre più sul concetto di quale città vogliamo, ecco perché abbiamo intitolato l’incontro pubblico ‘di chi è la città?’, e credo che la risposta sia ovvia. Il tema è quindi quello della città che vogliamo, vogliamo dare voce ai cittadini con questo momento cardine”.
È questo nelle parole di Alessandro Tagliati il senso della convocazione, da parte del gruppo neo-costituito “Forum Ferrara Partecipata”, per il pomeriggio del 5 dicembre alla sala macchine dello spazio Grisù, per tirare le fila di un’opposizione di cittadini e non più solo politica al progetto Fe.Ris voluto dall’amministrazione, e che prevede in cambio del rinnovamento dell’ex caserma di via Cisterna del Follo la costruzione di un nuovo ipermercato nell’area di via Caldirolo e di un parcheggio nelle adiacenze delle mura della zona.
“Dal 24 settembre, momento in cui è partita la prima discussione pubblica sul progetto avviata dalla Rete Giustizia Climatica, abbiamo visto l’interesse dei cittadini dilatarsi ed è per questo che abbiamo proposto la costituzione di un organismo nuovo e specifico su questa questione”, spiega ancora Tagliati. Al Forum Ferrara Partecipata hanno già aderito 22 associazioni, tra cui quelle ambientaliste, delle reti degli studenti e degli insegnanti e anche sportive come la Uisp “oltre a 120 cittadini comuni”. Non solo però, perché come spiega Corrado Oddi “abbiamo chiesto di aderire anche a Cgil, Cisl e Uil ma per via della loro natura ci hanno detto che sostengono le nostre posizioni ma non possono aderire formalmente”, e un concetto simile sarebbe stato espresso anche dalle associazioni di categoria – che non vengono nominate nonostante tuttavia sia Ascom che Confesercenti abbiano manifestato pubblicamente la loro opposizione alla costruzione di un nuovo ipermercato in città. E Veronica Tagliati, segretario generale della Cgil ferrarese, è nella lista dei relatori del pomeriggio allo spazio Grisù.
“In via Caldirolo ci sarebbero 12mila 500 metri quadrati che verrebbero cementificati – aggiunge Oddi – e per stare sempre sui numeri che provengono da un’indagine di Federconsumatori si evince che nel territorio della provincia ferrarese ci sono 803,9 metri quadrati di grande distribuzione organizzata per mille abitanti rispetto a una media regionale di 464. E a Ferrara secondo Ascom-Confesercenti c’è un ipermercato ogni 48mila abitanti su una media regionale di 83mila. Non c’è alcun bisogno di cementificare ancora senza nemmeno considerare le ripercussioni sul piccolo commercio, quel progetto è da cestinare e cominciare a ragionare sul futuro della città”.
“Prendiamo sul serio la parola democrazia, anche i cittadini hanno la responsabilità di farsi carico in una res publica di volere una città non privatizzata e che sia libera dal traffico e dal cemento visti i cambiamenti climatici che ci stanno travolgendo e ci fanno capire che cementificare non è la strada che dobbiamo percorrere”, dice invece Lidia Goldoni dell’associazione evangelica Cerbi, mentre Claudio Fochi (dei Cinque Stelle ma che non parla a loro rappresentanza nel corso della riunione con la stampa) fa notare lo scontro tra questo progetto e i valori universali sui quali si è basata l’Unesco nominando Ferrara a città patrimonio dell’umanità: “Ferrara è stata inserita perché bilancia i principi umanistici di forma e volume delle architetture con spazio aperto, i bisogni della città e le tradizioni locali in un processo di integrazione e continuità tra la città e la campagna adiacente”.
“Il 5 dicembre alle 17:30 sarà il primo incontro pubblico del Forum che inizia un percorso nel quale chiediamo ai cittadini di pensare e condividere l’idea di una Ferrara del futuro, perché per due anni l’amministrazione ha interloquito coi privati tenendo all’oscuro tutti noi”, tuona infine Francesca Cigala del Forum Ferrara Partecipata. “Noi bocciamo in toto questo progetto perché non è recuperabile, si tratta di tre interventi slegati fra loro che servono soltanto di fare un interesse del tutto privato. Il supermercato non s’ha da fare, il terreno deve rimanere di campagna e non ce n’è bisogno, del parcheggio sulle mura non se ne parla perché quello spazio servirebbe invece per completarne il loro percorso non per cementificare, e il progetto è assolutamente non sostenibile dal punto di vista ambientale. Sulla caserma quanto vediamo dal render è inaccettabile, quei due edifici hanno dei volumi molto maggiori perché sono alti 18 metri: lo spazio del giardino di palazzo Schifanoia deve restare libero”, ha aggiunto.
All’incontro sono previsti gli interventi oltre che della già citata Veronica Tagliati, anche del professore di urbanistica di Unife Romeo Farinella, di Davide Cristofori di Fridays for Future e di Alessandra Guerrini del circolo Laudato si’ di Ferrara-Comacchio.
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