Attualità
18 Novembre 2022
Arrivato il via libera da Arpae, che da l'ok alla società incaricata a costruire l'impianto in via Ponte Assa. I cittadini: "Situazione di opacità e di rifiuto a informarci. Oggi siamo indignati"

Villanova, la centrale biogas si farà. E non al 50% come diceva Lodi

di Davide Soattin | 3 min

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La centrale biometano di via Ponte Assa a Villanova si farà. L’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto è arrivata lo scorso 10 novembre da Arpae che, al termine della Conferenza dei Servizi, ha approvato il progetto e dato il via libera alla ditta ApisFe1 di costruire un sito da 1.000 Sm³/ora.

Quindi senza nessun riferimento alla riduzione della portata al 50% raccontata dal vicesindaco Nicola Lodi in Consiglio comunale, ma bensì approvando il disegno originale con i pareri favorevoli – sotto prescrizione – degli uffici tecnici del Comune, di Ausl, della stessa Arpae, dei Vigili del Fuoco, di Hera, del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara e infine della Soprintendenza, oltre che con un decreto del presidente della Provincia fatto sulla base dell’istruttoria prodotta dall’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente della Regione Emilia-Romagna.

La notizia ovviamente ha lasciato senza parole i cittadini di Villanova, informati solamente lunedì 14 novembre, nel corso dell’incontro proprio col presidente provinciale Gianni Michele Padovani. Un colloquio che però non ha soddisfatto le aspettative del gruppo di residenti che, come racconta la portavoce Sandra Travagli, visto che la centrale andrà a insistere su un’area vasta, si aspettavano “che la provincia prendesse in esame un impatto allargato della questione, ma così non è stato”.

“Si stanno sempre di più delineando situazioni di opacità – aggiunge – e di rifiuto di rendere degni di essere informati i cittadini che abitano in queste zone e in quelle limitrofe. In questi mesi nessuno ha preso in mano la situazione, cercando un discorso organico che potesse rendere trasparente quello che sta succedendo. Il confronto resta un principio sbandierato ovunque, ma in realtà sembra solo che ci sia il timore di venire criticati“.

E di ciò, la popolazione ne ha risentito: “Oggi il sentimento prevalente è quello dell’indignazione. Siamo in una condizione preoccupante e pensiamo ci sia modo e modo di non tenere conto della presenza delle persone e di rispettare una comunità. Non parlo solamente dei comportamenti nei confronti di coloro che non sono favorevoli alla centrale, ma anche di chi magari lo è, ma non ha informazioni sufficienti per sapere come funzionerà, o di chi non sa e vorrebbe capire qualcosa in più. Si finisce per penalizzare tutti. C’è la percezione che non si voglia tener conto delle persone”.

Ne è la riprova la mancata comunicazione formale dell’ok al progetto che a Villanova si sarebbero aspettati di ricevere, quantomeno dagli enti coinvolti nel procedimento: “Ma a noi nessuno dice niente – sottolinea Travagli – e quello che sappiamo è perché lo leggiamo e lo scarichiamo dal sito di Arpae. E il risultato è che viviamo sulla nostra pelle una totale svalutazione della dimensione dell’impatto che questo progetto potrà avere sulle nostre vite. La stessa azienda Alvus, che beneficerà dell’impianto, propone, tra i suoi principi, il consenso del territorio. Così non è. Si è finiti in uno scontro che è improduttivo per tutti”.

La battaglia non è comunque finita, nemmeno dopo l’autorizzazione di Arpae: “Nei giorni scorsi abbiamo consegnato la petizione al Comune di Ferrara, in cui abbiamo chiesto al sindaco Fabbri di farsi garante della sicurezza e della salute della popolazione. Noi aspettiamo le risposte e chiediamo alle istituzioni e alle forze politiche di parlare di questa situazione. È inutile che ci riconoscano gli errori e ci dicano che poteva andare diversamente la questione. Devono assumersi le loro responsabilità, spiegare e informare i cittadini, ma soprattutto cercare un confronto vero. La nostra linea resta salda. Anzi, continueremo a studiare i contenuti dell’autorizzazione per attrezzarci e farci trovare pronti per un confronto vero con chi di dovere”.

 

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