Politica
22 Febbraio 2022
Bocciata dalla maggioranza e dal M5S la delibera (corredata da parere sfavorevole della Giunta) per la variante urbanistica necessaria alla realizzare il progetto. Critici gli altri partiti di minoranza

Il ‘no’ del Consiglio mette una pietra tombale sull’impianto di biogas

di Redazione | 4 min

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La planimetria dell’impianto

Con ogni probabilità è la pietra tombale per la realizzazione dell’impianto di produzione di biogas a Villanova. Come ampiamente preventivabile – dato il parere negativo della giunta e quello della commissione consiliare – il Consiglio comunale ha bocciato la variante urbanistica di fatto necessaria al progetto presentato da Apis Fe1.

Una bocciatura, le cui ragioni sono state spiegate in primis dal vicesindaco Nicola Lodi, che nella minoranza solleva interrogativi su quale sia il piano dell’Amministrazione comunale in riferimento alle fonti di produzione energetica alternative: la domanda che aleggia, esplicita e implicita, sopratutto negli interventi di Anna Ferraresi, Roberta Fusari, Francesco Colaiacovo è “perché questo no e i due candidati ai fondi del Pnrr sì?”.

Per Lodi si parla di un impianto di 13 ettari complessivi – 6,5 di impianto vero e proprio, 6,5 di bosco per costruire un cuscinetto verde con l’abitato di Villanova – che è “impattante” e la cui “relazione dei costi e benefici non ci conforta”. I ‘costi’ sono individuati nel traffico (2-3 camion all’ora in 12 ore operative), la possibilità di emissioni odorigene, materia prima – scarti agricoli non destinati all’alimentazione, reflui zootecnici – procurata dalla Romagna (così ha riferito Lodi).

“Credo che la valutazione vada fatta a 360 gradi, anche come scelta politica – dice ‘Naomo’ ai consiglieri -. Non abbiamo nascosto nulla, ma la decisione responsabile di un amministratore, di un politico, è di salvaguardare un territorio come le frazioni, che, non lo dicono i dati ma i residenti scrivendoci nei questionari, è rimasto dimenticato in tutti i sensi e non perché non ci fosse l’impianto di biogas, Portando l’impianto lo si va ad appesantire e gravare di situazioni di cui non ci prendiamo responsabilità”. Secondo Lodi, inoltre, “l’investimento poteva trovare un’altra locazione e un altro territorio: incontrerò l’azienda per parlarne, ma in quel territorio è giusto ascoltare residenti e valutare costi e benefici”.

Anna Ferraresi (Misto) nel suo intervento sottolinea che i pareri ricevuti nel percorso autorizzativo sono in sostanza tutti positivi: “Votare contro sarebbe un errore grossolano e miope, col solo intento della maggioranza e del vicesindaco Lodi di esprimere un no demagogico e andare incontro a ingiustificati timori e no populistici. Ferrara – aggiunge in dichiarazione di voto – si sveglierà con un gran mal di testa da sbronza populistica”. Più o meno sulla stessa linea anche Francesco Colaiacovo del Pd: “Di fronte a un percorso dove tutti i pareri sono favorevoli, noi rispondiamo dicendo ‘chissà, potrebbe esserci qualche perdita, e la puzza, e i rumori ma il processo autorizzatorio dice tutt’altro. E poi si propongono altri due impianti di biogas al Pnrr senza dire dove saranno collocati, probabilmente vicini alla città. Qual è il disegno, se non la bulimia di populismo?”.

Più articolati i dubbi di Roberta Fusari (Azione Civica): “Non è stato possibile capire nel merito i perché di questa contrarietà: quali sono i benefici e i costi?”. Li si vedono nelle carte della procedura e per Fusari “ci sono elementi positivi: una società di assoluto rilievo; un intervento che si inserisce sulla filiera agricola locale con l’uso di scarti che inserisce del valore in una filiera esistente e locale perché, come prevede la procedura, la società si riferisce a un territorio tra Ferrara e il mare, e sarà sempre più contenuto perché i costi di trasporto sono a carico dell’azienda”. Per quanto riguarda il traffico Fusari rileva che si tratta di “due/tre mezzi all’ora a seconda della stagionalità” che passeranno per via Pomposa e la tangenziale est, “nessun impatto su Villanova e le strade limitrofe”. E, ancora, Fusari vede come fattore positivo anche l’accordo con Tper per alimentare gli autobus col biogas. L’ex assessora poi punta il dito sul percorso partecipativo: “I residenti che vivono di fronte non sono stati coinvolti, lo hanno letto dai giornali. Non è questa la trasparenza pubblica”.  “Sappiamo che l’assessore Lodi ha detto tanti no in urbanistica: perché gli altri non li vediamo e vediamo solo questo? – chiede provocatoriamente Fusari -. O li vediamo tutti o non vediamo neanche questo, sembra che la responsabilità di questo ‘no’ debba essere presa dai consiglieri di maggioranza e non dal vicesindaco”.

Contrario all’impianto si mostra invece Tommaso Mantovani del M5S, che non considera il biogas correttamente inserito nella cosiddetta tassonomia verde delle fonti energetiche per la riduzione delle emissioni: “Il biometano rimane un gas serra”, rileva il consigliere, che ha mostrato anche una certa sfiducia per i controlli da parte di Arpae. Per Mantovani, inoltre, anche l’aumento del traffico pesante va contro l’idea di un progetto ecologico e a impatto zero (una motivazione usata anche da Marco Vincenzi della Lega nel motivare il ‘no’ del gruppo).

Sono intervenuti anche i consiglieri Benito Zocca, Dario Maresca, Federico Soffritti, Francesca Savini, Paola Peruffo.

Come previsto: la delibera non passa per via del voto negativo della maggioranza e del M5S e quello positivo di Azione Civica, Gente a Modo e Misto e l’astensione del Pd.

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