Portomaggiore
8 Ottobre 2022
Confronto in udienza tra il prof Marco Magri di UniFe e Tommaso Bonetti di UniBo. Il 28 ottobre la requisitoria della pm Volta

Incendio al poligono, scontro tra consulenti sui doveri di Minarelli

di Daniele Oppo | 2 min

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Portomaggiore. È ormai alle battute finali, il processo a carico dell’ex sindaco di Portomaggiore Nicola Minarelli, imputato di omicidio e disastro colposi per l’esplosione al poligono del 10 gennaio 2016 che costò la vita Paolo Masieri, Lorenzo Chiccoli e Maurizio Neri.

Per la chiusura della fase dibattimentale si aspetta solo la decisione sull’ultima produzione documentale da parte della pm Ombretta Volta, che il 28 ottobre farà la sua requisitoria. Respinto un ‘teste a sorpresa’ che la difesa di Minarelli (avvocati Fabio Anselmo, Carlotta Gaiani e Bernardo Gentile) aveva chiesto al giudice di sentire: si tratta di uno dei fornitori di armi e munizioni del poligono che avrebbe rappresentato a voce al funzionario dell’ufficio armi della questura la propria preoccupazione per i quantitativo ordinati e consegnati alla struttura portuense.

Minarelli è, in sostanza, accusato d’inerzia, di non aver cioè agito per chiudere o comunque fermare il poligono, privo di autorizzazioni e potenzialmente pericoloso. Sui suoi poteri e doveri si sono confrontati ieri in udienza i consulenti della difesa, Marco Magri, professore ordinario di diritto amministrativo all’Università di Ferrara, e della procura, Tommaso Bonetti, professore associato all’Università di Bologna.

In estrema sintesi, per il consulente della procura il sindaco avrebbe dovuto agire perché autorità locale di pubblica sicurezza. Secondo Magri, invece, il suo potere è di tipo sussidiario – cioè viene dopo e solo a fronte d’inerzie da parte degli altri organi direttamente competenti – e non vi era in capo all’ex sindaco un dovere d’intervenire nel caso concreto, anzi una eventuale ordinanza di chiusura – senza una istruttoria e un controllo da parte di organismi come i vigili del fuoco – sarebbe stata una di quelle “ordinanze che vengono annullate” dai giudici amministrativi. Per il prof UniFe anche un’attività d’impulso istruttorio non era doverosa, nel senso che non vi è un obbligo di legge in tal senso, ma è comunque un fatto che Minarelli interessò i carabinieri della questione.

Tutte valutazioni che faranno parte delle argomentazioni di accusa e difesa e che sarà il giudice a dover valutare quando sarà il tempo della decisione.

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