Politica
25 Settembre 2022
La rete di associazioni ambientaliste contro il progetto del supermercato sulle mura: "Progetto sovradimensionato e con scarsa funzione pubblica". Gruppi di lavoro per scrivere una proposta alternativa

Rete Giustizia Climatica contro il progetto Fe.Ris: “Serriamo le fila per costruire un’alternativa”

di Redazione | 3 min

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Hanno risposto in una trentina di persone, per il momento, all’appello lanciato da Rete Giustizia Climatica Ferrara per rispondere al progetto Fe.Ris. voluto dall’amministrazione comunale con gruppi di lavoro partecipati allo scopo di “proporsi in modo informato” e presentare alternative rispetto al progetto di costruzione di un supermercato e annesso parcheggio nei pressi via Caldirolo, opere definite “sostenibili solo dal punto di vista economico, ma non dal punto di vista sociale né da quello ambientale”.

“Abbiamo pensato a questo incontro”, il primo che si è tenuto nella sala polivalente del grattacielo sabato mattina, “perché abbiamo voluto prenderci l’onere e l’onore di avviare una discussione su un progetto che ha fatto molto discutere. Vogliamo costruire un percorso fatto di tanti soggetti e ci rivolgiamo in primo luogo ad associazioni e cittadini, non perché la politica non debba intervenire ma perché non vogliamo ridurre il confronto all’interno del perimetro maggioranza contro opposizione”, spiegano gli organizzatori che rappresentano quasi due dozzine di associazioni ambientaliste che si trovano tutte schierate contro il progetto urbanistico del Comune perché “anche il tema della funzione pubblica non è preso in considerazione: per risistemare l’ex caserma di Cisterna del Follo si aggiungono altri 4mila metri quadri di superficie di vendita. Tutto, tra l’altro, sovradimensionato rispetto al numero di abitanti, e che quindi dovrà fare riferimento a un bacino di utenza più ampio, che porterà ancora più traffico in città”.

“Vogliamo rendere il percorso meno facile per chi pensa che tutto sia già stato fatto, rimettere in moto forze ed energie per ragionare su un’altra idea di città”, aggiungono gli organizzatori che poi attaccano il progetto oltre che sulle sue finalità anche nel metodo con cui è stato pensato: “E’ stato preso a riferimento il modello della città in 15 minuti, ma i 15 minuti anziché essere contati come percorrenza a piedi e in bicicletta come si fa nelle città moderne sono stati contati di percorrenza in automobile. Non c’è nulla di innovativo, è un progetto vecchio, e sicuramente non è rigenerativo fare un parcheggio sulle mura. Ci saranno 2600 cittadini residenti a meno di dieci minuti a piedi dal supermercato, dei quali 700 anziani, mentre già 74mila ferraresi e 15mila anziani vivono già a meno di dieci minuti a piedi o in bicicletta da uno dei nostri centri commerciali. A dover essere potenziati semmai dovrebbero essere gli esercizi di vicinato, specialmente nel centro”.

Da Rete Giustizia Climatica assicurano che il progetto è solo all’inizio, e che quello di sabato altro non era che un primo incontro conoscitivo, al quale faranno seguito altri prossimamente. Abbastanza comunque per condividere le battaglie dei primi contestatori, a partire da Andrea Malacarne di Italia Nostra — che annuncia una raccolta fondi per presentare un ricorso amministrativo contro il progetto urbanistico — per arrivare al docente di urbanistica di Unife Romeo Farinella il quale, a titolo tuttavia strettamente personale, afferma che “questo è un progetto simbolico di un approccio sul modo di vedere la città, ovvero quello di un interesse privato molto forte (altrimenti non si spiega perché una società di Ravenna compra un terreno dove non si poteva costruire più di un anno fa), a cui segue un progetto che comprende anche l’interesse pubblico. Ci hanno costruito le periferie italiane così, ma le città non possono non discutere del loro futuro. Fe.Ris. va visto in questa prospettiva, e già solamente guardando gli obiettivi generali del Pug ci sono elementi contraddittori: le mura ad esempio vengono definite come patrimonio verde, mentre questo progetto ne è in conflitto. Il progetto della città di 15 minuti ora poi è retorica e rischia di creare gentrificazioni, nei quartieri ricchi ci saranno queste politiche, negli altri no: il problema va risolto pensando a un modello di città diverso. Questo è un progetto sbagliato e che mette a repentaglio il settore sud delle mura, per il quale solamente facendo un report sul loro stato attuale da mandare all’Unesco sarebbe sufficiente per far aprire loro un dossier”.

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