Politica
25 Settembre 2022
L'intervento dei professori UniFe Alfredo Alietti e Romeo Farinella sul Piano urbanistico e sul ruolo dell'Università

Ferrara, la città univeristaria che a volte si dimentica di esserlo

di Redazione | 5 min

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di Alfredo Alietti e Romeo Farinella*

partiamo da due dati di fatto: Ferrara sta avviando il percorso che lo porterà alla redazione del suo più importante strumento urbanistico (il PUG), a Ferrara l’Università è uno dei più importanti attori di rigenerazione urbana, sia per quanto riguarda gli spazi della città sia per la dimensione sociale, culturale di un attore (l’università) che è anche uno dei più importanti soggetti economici della città. Se gli abitanti di Ferrara sono circa 130.000, gli studenti universitari sono circa 25.000, dunque un rapporto abitanti/studenti comparabile con Bologna.

Un rapporto ricco e proficuo sia per l’università (che ha a disposizione una città straordinariamente ricca di storia) che per la città (che può godere di una istituzione che la fa conoscere nel mondo), come più volte ribadito dalla nostra Rettrice. Ovviamente, tutti i rapporti sono legati da solidarietà ma anche da conflitti, che solamente una buona pianificazione e concertazione multi-attoriale può affrontare. Il più evidente lo possiamo riscontrare nel disagio abitativo studentesco (problema comune a tutti gli atenei di un certo peso) e anche nella difficoltà di reperire spazi per lo svolgimento delle attività didattiche con grandi numeri. Al di là della notizia sulla situazione critica denunciata e vissuta da alcuni studenti Erasmus, sulla quale è opportuna una certa precauzione e le verifiche del caso, riteniamo importante proporre alcune nostre riflessioni, frutto di ricerche e analisi svolte negli anni sulla città e sul territorio ferrarese, insieme a tanti colleghi e colleghe dell’Ateneo.

Certamente una delle dinamiche da controllare riguarda l’integrazione e la costante interazione tra l’università, le attività economiche e culturali e la vita quotidiana degli abitanti che possono certamente godere dei vantaggi economici derivanti dalla presenza dell’università ma ai quali si possono aggiungere anche i vantaggi della presenza culturale di un ricco mondo, internazionale di ricercatori che grazie alle politiche e alle azioni di public engagement dovranno sempre più radicarsi nella città. Importante è certamente il tema dell’housing studentesco e delle foresterie per docenti e ricercatori, da valutare tramite il rilancio di accordi e convenzioni con agenzie come Acer Ferrara, che potrebbe raffigurare anche uno strumento di calmierazione dei prezzi generati dalla crescita della domanda di alloggi legati all’aumento degli studenti.

L’attivazione di piattaforme digitali per lo scambio di informazioni su opportunità locative e di condivisione abitativa (es. cercoalloggio.com) è uno strumento presente in diverse città universitarie italiane e diffuso nel mondo. Il nostro Ateneo sta giustamente investendo per il rafforzamento della disponibilità di alloggi per studenti, ma ovviamente il problema riguarda anche altri operatori della città e tale processo non può che avere una regia pubblica e condivisa.

Alcuni importanti temi di rigenerazione urbana associati all’università, li ritroviamo in tutta la città: nella riqualificazione del comparto urbano storico di via Savonarola che è qualcosa di molto più ampio del recupero degli edifici, in particolare per quanto riguarda gli spazi pubblici; nella valorizzazione urbana di poli storici quali l’area Mammuth/Cittadella San Rocco, integrabile con il Parco delle Mura; nelle potenzialità insite in un possibile recupero delle aree dismesse dietro la stazione ferroviaria; nel riuso di Darsena City, area riqualificata ma paradossalmente da rigenerare; nel Polo scientifico-Tecnologico, oggi di difficile accessibilità ciclo-pedonale e da connettere meglio con il quartiere circostante. Il tema della mobilità/accessibilità pubblica e dolce nel centro storico (che si auspica diventi zona 30 e ztl come previsto dal PUMS) e tra i diversi poli universitari extramura costituisce una problematicità (e priorità) che inciderà sul funzionamento dell’intera città e va dunque affrontato nella sua giusta complessità urbana e socioeconomica.

Nel PUG si parla di università ma l’impressione è che non emerga la dimensione di attore pubblico di rigenerazione urbana e di vettore di sviluppo di tale istituzione. Ferrara può essere di più di una città con l’università. Come ci siamo espressi in diverse occasioni pubbliche, Ferrara è nei fatti una città-campus o un potenziale parco universitario urbano e la ricchezza sta nell’intreccio tra le attività dell’università e quella della città.

Dalle nostre comuni attività formative, di ricerca e dialogo tra le nostre rispettive discipline abbiamo a disposizione progetti, analisi e ragionamenti, le quali raffigurano un significativo patrimonio comune. Parte di questo patrimonio sarà presentato, ad esempio, nel prossimo convegno nazionale del Centro nazionale di studi per le politiche urbane URBAN@IT sul tema “Le università per le città e i territori. Proposte per l’integrazione tra politiche universitarie e politiche urbane” che si svolgerà a Bari in dicembre.

Su questa prospettiva è utile ricordare che l’Ateneo di Ferrara è stato uno tra gli esempi virtuosi a livello nazionale nella raccolta di dati sulla relazione tra università e popolazione studentesca durante il periodo pandemico. Più di 1700 studenti afferenti al Dipartimento di Studi Umanistici sono stati coinvolti e le risposte evidenziano senza alcun dubbio la volontà lo stretto rapporto tra studenti/studentesse con la città e l’istituzione universitaria a cui si associa l’alto grado di soddisfazione di vivere in presenza tale esperienza.

In questi anni le ricerche progettuali e di settore svolte dai gruppi di ricerca nei quali lavoriamo (e certamente anche da altri) hanno approfondito aspetti urbanistici, sociali, culturali, ambientali ma costituiscono, come detto, un patrimonio spesso relegato nei nostri cassetti, ma che potrebbero interessare le politiche urbane nel loro significato più ampio possibile. Per tale motivo riteniamo siano maturi i tempi per dare vita a un “Laboratorio Ferrara”, inteso come gruppo di riflessione con l’obiettivo di interloquire con le strategie e le politiche, divulgando gli esiti delle ricerche fatte e in corso di elaborazione e raccogliendo stimoli attraverso l’ascolto della città, per proporre nuove narrazioni e visioni per una città fascinosamente introversa come ci rammenta Michel Butor nel testo La genié du lieu.

La sfida che spetta a tutta la comunità universitaria è sicuramente decisiva e l’Ateneo, come testimoniato dalla recente intervista della stessa rettrice, è pronta ad affrontarla, ed ha bisogno della città.

 

*Alfredo Alietti è professore di Sociologia urbana a UniFe. Romeo Farinella è professore di Progettazione urbanistica a UniFe.

 

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