
Stefano Solaroli
La palla passa nelle mani del presidente del Tribunale di Ferrara. Il giudice dell’udienza preliminare Carlo Negri si è infatti astenuto nel processo sul ‘caso trenino’, quello che vede imputato il consigliere comunale leghista Stefano Solaroli per istigazione alla corruzione ai danni di Anna Ferraresi, alla quale, stante le frizioni tra lei e il gruppo consiliare del quale faceva parte, aveva offerto un posto di lavoro nel trenino turistico “così ti cavo dai coglioni e non ti vedo più”.
Negri si era infatti già pronunciato sul caso, ma a parti inverse, quando fu Solaroli (insieme a Nicola Lodi) a denunciare la ex collega nei banchi della maggioranza, accusandola di aver illegalmente diffuso le loro conversazioni private e i contenuti delle chat leghiste. Il pm chiese l’archiviazione e, in quel caso, il giudice archiviò (dopo l’opposizione del solo ‘Naomo’) ritenendo che Ferraresi avesse esercitato il diritto di cronaca e avesse diffuso conversazioni e fatti “oggetto di interesse pubblico”.
Rimase in piedi l’indagine principale: anche qui la procura chiese l’archiviazione sia per Solaroli (assistito dall’avvocato Carlo Bergamasco), sia per Nicola Lodi. Il gip Danilo Russo accordò solo la seconda, disponendo l’imputazione coatta per il braccio destro di ‘Naomo’, ritenendo che nel suo caso ci fossero abbastanza elementi per sostenere un’accusa in giudizio. Per il gip, infatti, l’accordo formulato da Solaroli alla Ferraresi “rimanda, piuttosto, alla prospettazione di una pactum sceleris”, un “mercimonio della funzione pubblica”.
Nell’udienza di ieri la consigliera (assistita dall’avvocato Fabio Anselmo) avrebbe dovuto costituirsi parte civile. Sarà un altro giudice a doversi occupare di tutta la questione, spetta ora al presidente Stefano Scati individuarlo.
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