Doveva prostituirsi per ripagare il debito da 30mila euro ‘contratto’ per venire in Italia. Un debito, come accade in questi casi, deciso dai trafficanti con collaboratori e collaboratrici e che spesso le donne devono ripagare vendendo il proprio corpo agli altri, scoprendolo solo una volta giunte a destinazione.
È la storia, purtroppo uguale a quella di tante altre, della parte offesa di un processo per prostituzione in corso davanti al tribunale di Ferrara: imputata è una donna nigeriana, accusata di aver sfruttato la prostituzione di una sua giovane connazionale (25 anni oggi, 19-20 all’epoca dei fatti). Proprio la vittima (assistita dall’avvocato Enrico Segala) è stata sentita nell’udienza di ieri mattina dalla giudice Alessandra Martinelli e ha raccontato che era ospite dell’imputata al Grattacielo, e che quest’ultima prendeva 20-30 euro a cliente. In casa c’erano altre quattro o cinque ragazze e l’appartamento era frequentato anche da altri connazionali, che non consumavano i rapporti sessuali ma si ritrovavano per bere qualcosa.
La vittima ha raccontato che fu un’altra donna, quella con la quale aveva il debito originario, a portarla in quell’appartamento, lavorando lì avrebbe dovuto ripagarla. La giovane denunciò tutto a giugno 2017, raccontato alla polizia di essersi prostituita alle dipendenze dell’imputata tra i mesi di giugno e novembre 2016.
La prossima udienza è stata fissata per il 19 settembre per sentire l’imputata e la discussione delle parti.
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