di Lucia Bianchini
Si terranno venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 luglio i “Referendum days“, tre giornate di raccolta firme per i quattro quesiti per cui un comitato di cittadini e associazioni vuole proporre un referendum comunale.
Il comitato, formato da partiti politici e cittadini, coinvolge Fe-nice, +Europa, Azione, Psi, Pri, Articolo 1, Sinistra Italiana, Partito Democratico, Ferrara Bene Comune, la Sinistra per Ferrara, Ferraresi uniti per liberare il centro storico da auto e furgoni e Pci, “è una squadra bellissima – afferma Mario Zamorani– che collabora insieme”.
Per far sì che la proposta si trasformi in realtà – spiega – servono “le firme del 3% degli aventi diritto al voto, poco più di 3.100, ma per precauzione vorremmo arrivare a 3.500 entro fine agosto”. Dopodiché le firme saranno consegnate i primi giorni di settembre e, secondo lo statuto del Comune, il referendum verrà votato a fine ottobre 2022.
I tavoli in cui firmare saranno posizionati, dalle 11 alle 13 e dalle 21 alle 23 di tutte e tre le giornate, in diversi luoghi della città: via Garibaldi vicino a Feltrinelli, via San Romano zona chiesa, sotto il Volto del Cavallo, in via Mazzini all’angolo con via Vignatagliata e, come ha poi spiegato Matteo Proto, segretario comunale del Partito Democratico, “negli stessi giorni implementeremo l’azione di raccolta firme anche nelle frazioni, con ulteriori banchetti. Affrontiamo questo appuntamento importante e gravoso con entusiasmo, ritrovare una comunanza di interessi e obiettivi su cui poter basare una comunione di intenti credo sia molto importante”.
Il primo dei quattro quesiti referendari verterà sul ridare voce alle frazioni, facendo tornare le circoscrizioni nel numero di otto com’erano nel 2008, e aiutando le periferie a far sentire la loro voce e le loro esigenze, promuovendo la vita dei quartieri, ma anche sulla necessità di dire stop alle auto nel centro storico, con l’obiettivo di liberare piazza Trento-Trieste, corso Martiri della Libertà, piazza Savonarola e piazza Castello da qualsiasi mezzo a motore, con eccezioni per carico/scarico merci, taxi, bus, mezzi di soccorso, al fine di preservare “Ferrara come città d’arte, storia, cultura, turismo e rispettosa dell’ambiente“.
Il terzo quesito riguarderà l’impatto climatico verso lo zero, per cui entro aprile 2023 il Comune dovrà deliberare un Climate city contract (Patto
cittadino per il clima), con impegni e progetti per dimezzare le emissioni totali di gas serra ogni decennio. Infine, il quarto e ultimo punto tratterà il tema di Ferrara città che ha cura dei suoi anziani, secondo cui, sempre entro aprile 2023 il Comune, anche con la collaborazione dei centri sociali, dovrà chiedere agli anziani e al loro cari proposte operative volte al miglioramento della loro qualità di vita, per ridurre il loro isolamento sociale e renderli pienamente partecipi della vita della città.
“Speriamo che la cittadinanza venga a sostenere questo grande progetto – auspica Stefano Ferrari, segretario comunale di Azione-, fatto in un periodo particolare dell’anno. È importante questa squadra, che è cresciuta giorno dopo giorno. Quello di questo fine settimana sarà uno sforzo enorme, ma lo facciamo con la consapevolezza che grazie a questo arriveremo vicini al traguardo, e può essere che politicamente qualcuno lo prenda come un segnale importante verso il 2024“.
Dello stesso avviso è Irene Bregola di Articolo 1: “Sarà una straordinaria occasione partecipativa: ci siamo trovati su questi quesiti referendari importanti, ed è anche rilevante che così si sperimenta un fronte coalizionale ampio su fronti condivisi, un primo tentativo che speriamo produca effetti durevoli e ci porti al prossimo appuntamento elettorale”.
“Come associazione culturale – spiega Patrizio Fergnani di Ferrara Bene Comune – ora stiamo riflettendo su un impegno politico concreto, collegato a quello culturale, ed abbiamo aderito ai referendum ritenendoli uno strumento importante per la partecipazione, processo complesso che richiede tempo e disponibilità all’ascolto, e che non può esaurirsi con un questionario o con il contatto personale, che suona più da clientelismo. Crediamo in una partecipazione in cui i cittadini dicono la loro“.
Come sottolinea infine Kiwan Kiwan di Sinistra per Ferrara, “riteniamo il referendum uno strumento democratico, popolare, che fa riavvicinare la gente alla politica, ciò che manca in questa epoca, in cui la politica è assente e scollegata dalla gente. Così possiamo riprendere il filo con la popolazione“.
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