Salute
3 Luglio 2022
I consigli del responsabile del Mo Sanità animale del Servizio Veterinario dell’Azienda Usl di Ferrara, Gaetano Trevisi

Leishmaniosi canina, il rischio di contrarla si riduce facendo prevenzione

di Redazione | 3 min

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Gaetano Trevisi

Con l’arrivo dell’estate e del caldo è bene ricordare la necessità di proteggere i cani dalle malattie trasmesse da insetti vettori come zanzare e pappataci.

Tra queste malattie serve fare particolare attenzione alla leishmaniosi canina. Una malattia causata da un microscopico parassita (Leishmania infantum) che viene trasmesso tramite la puntura di un piccolo insetto, il flebotomo o pappatacio, attivo particolarmente da maggio a ottobre, e che è sempre più presente anche nella nostra regione.

La leishmaniosi canina è una malattia che rientra fra i problemi che deve gestire la Sanità pubblica perché, a differenza di altre malattie che gli insetti possono trasmettere solo agli animali (come per esempio la filaria, ndr), la leishmaniosi canina può essere anche trasmessa, sempre e solo attraverso la puntura dell’insetto infetto, all’uomo.

Per fare un esempio, il pappatacio può trasmettere la malattia da cane ammalato a cane sano, questi si ammala e diventa un serbatoio del parassita. L’insetto che punge un cane malato, pungendo poi un altro cane o un uomo, può a sua volta diffondere la leishmaniosi. Ridurre il rischio di trasmissione del parassita dunque, sia per il cane che per l’uomo, è possibile seguendo alcuni accorgimenti.

“Non sempre l’infezione porta alla malattia, infatti molti cani infetti possono rimanere per molto tempo senza manifestare sintomi. Tutto sembra dipendere dall’individuale risposta immunitaria del cane”, spiega il responsabile del Mo Sanità animale del Servizio Veterinario dell’Azienda Usl di Ferrara, Gaetano Trevisi.

Per tutte queste ragioni può essere consigliabile far sottoporre il cane a controlli annuali, mediante il semplice esame del sangue e delle urine, esami da fare dal proprio veterinario di fiducia.

“La prima prevenzione da effettuare è ovviamente evitare che l’insetto vettore della malattia possa pungere il nostro animale”, puntualizza ancora il responsabile.
E per impedire che l’insetto punga i nostri animali servono diversi accorgimenti:
“Il primo – continua – è l’utilizzo di prodotti repellenti. Per lo più antiparassitari che sono in commercio in varie formulazioni: collari medicati, spot on (da applicare sul dorso dell’animale) o spray per il pelo che è consigliabile utilizzare tutto l’anno”.

E aggiunge: “Un altro efficace sistema di prevenzione della malattia è ridurre il tempo di esposizione del nostro cane alla possibile puntura dell’insetto, accogliendolo ad esempio per il riposo notturno in strutture al chiuso, con finestre dotate di zanzariere a maglia fitta (inferiore a 2 mm)”. Altro aspetto importante “è quello di rispettare la corretta periodicità dei trattamenti o di sostituzione del collare medicato”. “Recentemente – continua Trevisi – è anche entrato in commercio un vaccino, per l’utilizzo del quale, anche in combinazione con i metodi sopracitati, è necessario rivolgersi al proprio veterinario di fiducia”.

“Più difficile è invece realizzare un’efficace lotta ambientale per debellare la presenza dell’insetto vettore”, afferma. E spiega meglio aggiungendo: “In quanto il suo ciclo di vita si realizza in ambienti dalle caratteristiche molto comuni: crepe e anfrattuosità di muri e terreno, anche in limitata presenza di acqua e con presenza di residui organici vegetali. Pertanto, è sempre importante attuare misure igieniche generali degli spazi aperti (rimozione dei cumuli di rifiuti, eliminazione delle feci del cane, ammassi di foglie e sfalci d’erba)”. Trevisi chiude affermando che “tali pratiche vanno attuate soprattutto nei dintorni della nostra abitazione e del luogo di riposo del nostro cane, ovvero la cuccia”.

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