Cronaca
7 Maggio 2022
Chieste pene da un anno a un anno e otto mesi di reclusione, sentenza a giugno

Documenti falsi per il permesso di soggiorno, il pm chiede 15 condanne

di Daniele Oppo | 2 min

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Il pm Ciro Alberto Savino (archivio)

Quindici condanne per quindici imputati. È quanto ha chiesto il pm Ciro Alberto Savino nel processo che vede quindici stranieri alla sbarra per un giro di falsi documenti utilizzati per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno.

Nell’udienza di venerdì mattina davanti alla giudice Giulia Caucci, il pm ha chiesto 13 condanne a un anno di reclusione e due condanne a un anno e otto mesi (a entrambi gli imputati – assistiti rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Incandela e Simone Bianchi – è contestata la recidiva). Il giudice ha rinviato al 10 giugno per repliche e sentenza. Per uno degli imputati dovrebbe scattare la prescrizione.

Il processo è figlio di un’operazione compiuta nel 2017 dalla squadra mobile e coordinata dal sostituto procuratore Savino, che portò all’arresto di un commercialista di Formignana, Stefano Menozzi, il fulcro di tutto il giro, che ha già patteggiato la propria pena (due anni e quattro mesi), e alla iniziale denuncia di ventidue stranieri.

Nel processo odierno, questi ultimi sono rimasti in quindici: nove vengono dal Marocco, cinque dalla Tunisia e uno dall’Algeria. L’accusa nei loro confronti è di aver utilizzato false attestazioni fiscali, dei redditi e anche false assunzioni lavorative e false dichiarazioni di residenza (quasi tutte a Formignana) – documenti prodotti in gran parte da Menozzi – per presentarli agli organi competenti e ottenere l’ambito permesso. Il tutto a prezzi che variavano da 250 a 1000 euro.

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