Economia e Lavoro
1 Maggio 2022
I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil sugli effetti del conflitto in Ucraina e le ricadute su economia e occupazione: "A livello locale servono tavoli di confronti e un patto sociale. Può saltare l'intero sistema"

Venti di guerra sul Primo Maggio: “Senza pace lavoro a rischio”

di Redazione | 3 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Veronica Tagliati, Bruna Barberis e Massimo Zanirato

I venti di guerra soffiano sulla festa del Primo Maggio che, non a caso, quest’anno si celebrerà sotto lo slogan “Al lavoro per la pace”, con i sindacati pronti a esprimere tutte le preoccupazioni per le ricadute e le ripercussioni sul mondo del lavoro che il conflitto russo-ucraino sta producendo acuendo i problemi in campo.

Così oggi, nelle tante iniziative organizzate da Cgil, Cisl e Uil a Ferrara e provincia, accanto ai temi del lavoro e della crescita del Paese, ci sarà inevitabilmente anche quello della pace.

“La guerra – commenta preoccupata la segretaria generale Cgil Ferrara Veronica Tagliati – potrebbe portare una nuova recessione nel territorio ferrarese e non solo, dopo le diseguaglianze già emerse nel corso della pandemia. A Ferrara i dati parlano già di duemila occupati in meno e le stime di crescita sono più che dimezzate. E’ un segnale negativo per la tenuta occupazionale e ritengo che i provvedimenti del Governo, mi riferisco al Def, siano insufficienti alle attuali necessità. Servirebbe una manovra per mettere in sicurezza pensionati e categorie più esposte alla crisi”. Secondo Veronica Tagliati – che terrà oggi un comizio ad Argenta in piazza Garibaldi – anche a livello locale si può e si deve agire per limitare gli effetti nefasti che la guerra rischia di produrre sulla società e sul mondo del lavoro: “Questo territorio deve rilanciare il confronto sugli obiettivi sottoscritti a livello regionale nel Patto per il Lavoro e per il Clima, con tavoli specifici nei quali si possa iniziare a collaborare anche sull’utilizzo dei fondi del Pnrr e sui fondi strutturali”.

Bruna Barberis, segretaria generale della Cisl Ferrara, si trova da ieri ad Assisi, città scelta simbolicamente da Cgil, Cisl e Uil per la manifestazione nazionale del Primo Maggio, alla quale parteciperà scossa dalle stesse preoccupazioni: “Viviamo una situazione particolare in cui gli effetti del conflitto, con i rincari dell’energia, hanno un forte impatto sull’economia. Se si fermano le imprese, inevitabilmente le ricadute saranno sull’utente finale, su famiglie e lavoratori. Per questo le organizzazioni sindacali sono impegnate in un costante confronto con tutti gli attori in campo, affinché si possa costruire un patto sociale e di solidarietà che permetta di affrontare i problemi attuali e futuri. A livello nazionale e a livello locale”.

“L’impennata del caro bollette la pagheranno maggiormente le classi meno abbienti e i lavoratori, anzi la pagheranno due volte”. E’ questa la considerazione di Massimo Zanirato, segretario generale della Uil Ferrara, che oggi sarà protagonista del comizio del Primo Maggio a Cento. Il suo riferimento è alle difficoltà che stanno attraversando, alimentate dalla guerra russo-ucraina, tre delle più grandi imprese della nostra provincia, ovvero Berco di Copparo (in questi giorni a scartamento ridotto per problemi relativi alle materie prime importate proprio da Russia e Ucraina), Polo chimico di Ferrara (con la scottante questione del cracking di Marghera) e Vm-Fca di Cento. “Se le più grandi imprese della provincia vanno in crisi – aggiunge Zanirato – rischia di crollare l’intero sistema e a pagare saranno quindi, doppiamente, famiglie e lavoratori. Alla politica locale chiedo dunque di essere meno social e più sociale, di evitare parate propagandistiche e di occuparsi dei problemi veri. Il mio vuole essere un appello per l’unità dell’intera società: inutile, e anzi controproducente, continuare a dividere gli uni dagli altri come spesso fa la giunta ferrarese”.

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