di Giada Magnani
San Biagio. Sono cessate nella mattinata di giovedì le ricerche dell’uomo di San Biagio, il 76enne Mario Fabbri, scomparso da casa il giorno prima lasciando un biglietto con cui manifestava la ferma volontà di compiere un gesto estremo. “Non cercatemi: voglio farla finita”, stava scritto in sostanza nel foglietto rinvenuto dal figlio di 45 anni. E infatti è andata purtroppo così.
L’uomo è stato ritrovato privo di vita, nascosto nella fitta vegetazione che cresce lungo le sponde del Reno. Si sarebbe ucciso sparandosi alla tempia un colpo esploso con una rudimentale arma da fuoco. A fare la tragica scoperta del corpo i Carabinieri, che hanno avviato le indagini dopo la scomparsa dell’uomo insieme ai Vigili del Fuoco, Polizia Municipale, Nucleo Cinofili, Gruppo Sommozzatori, Guardie Volontarie Ambientali, Polizia Municipale.
L’anziano, ex artigiano metalmeccanico in pensione, mancava dalla sua abitazione, in via Morari, sin da poco dopo mezzogiorno. Notata la sua assenza, e una volta letto l’inquietante messaggio, al figlio, preoccupatissimo, non è rimasto altro da fare che lanciare l’allarme. L’sos, appena scattato, è stato raccolto dalle forze dell’ordine e protezione civile che, accorse massicciamente sul posto, hanno appunto dato il via alle ricerche, che si sono protratte sino a notte fonda, alla luce di potenti fari, per poi riprendere all’alba.
Ma sino ad allora senza alcun esito: nessuna traccia insomma, nonostante siano stati scandagliati, anche dall’alto di un elicottero in volo sull’intera zona, casolari abbandonati o disabitati, la ferrovia, le campagne dei dintorni, canali e invasi. Poi il raccapricciante rinvenimento del cadavere.
Secondo una sommaria ricostruzione degli eventi Fabbri, partito a piedi e senza cellulare, avrebbe raggiunto gli argini del corso d’acqua, distanti solo un chilometro circa da dove risiedeva. Sarebbe quindi sceso sino a riva mettendo così in atto le sue intenzioni suicide.
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