Recensioni
27 Marzo 2022
È arrivata la proposta di azzerare il sistema di domini dei siti russi per evitare il dilagare di fake news: ma se questo isolamento favorisse invece il regime?

Se la Russia esce dal web

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Cosa sapere sul microblading per sopracciglia: durata e informazioni pratiche

Le sopracciglia hanno un scopo importante: incorniciare gli occhi e valorizzare lo sguardo. Anche le mani più esperte di trucco, sanno che senza un’arcata sopraccigliare curata difficilmente si potranno ottenere risultati eccellenti. Ecco perché consigliamo di prendere in considerazione il microblading

di Edoardo Righini

Il 28 febbraio scorso, nel pieno della crisi ucraina, alcuni rappresentanti del governo dell’Ucraina hanno chiesto all’ICANN, ovvero all’Internet Corporation of Assigne Names and Numbers (l’organizzazione che assegna gli indirizzi IP) di estromettere la Russia.

Questo comporterebbe un sostanziale isolamento del Paese rispetto all’internet “libero” che si utilizza normalmente in tutto il resto del mondo.

Per farlo, basterebbe revocare “in modo temporaneo o permanente” i domini russi così da azzerare il sistema dei nomi di dominio (Dns) primario e rendere praticamente impossibile – o comunque estremamente difficoltosa – la navigazione web di siti la cui fonte è riconducibile alla Russia.

L’obiettivo primario di questa richiesta è quello di mettere un argine alla propaganda filo-russa, che secondo molti deforma la verità e nasconde le atrocità e le violazioni di legge compiute dall’esercito nel corso della sua marcia tutt’altro che trionfale.

Del resto, già in anni passati la Russia ha dimostrato di saper usare in modo feroce la rete come affilatissima arma di aggressione.

Dalle campagne no vax alle fake news durante le elezioni americane, più volte gli hacker russi sono stati chiamati in causa, come diabolici soldati di una guerra asimmetrica che colpisce sfruttando uno degli strumenti più importanti (e anche più fragili) dell’Occidente, ovvero la rete.

Bloccare i domini vorrebbe dire sbarrare la strada a ogni possibile attività su internet, impedendo la creazione di nuovi siti, ma soprattutto la possibilità che gli stessi siano raggiungibili da soggetti terzi, essendo in qualche modo non rintracciabili attraverso i classici motori di ricerca.

In altre parole, isolare ancora di più la Russia, chiudendola in una sorta di embargo digitale.

Tuttavia, quella che può essere l’ennesima sanzione imposta al Paese, rischia di rivelarsi un vero e proprio boomerang.

Tagliare fuori la Russia da internet vuol dire nell’immediato mettere la popolazione locale nella condizione di non poter più ricevere informazioni che vengono dall’estero, da siti stranieri non collegati con il governo.

Viceversa, significa accrescere la forza pervasiva dei canali di informazione istituzionali, i cui contenuti sono però spesso soggetti al “filtro” del regime russo, che sceglie cosa mostrare e in che modo.

Paradossalmente, il risultato sarebbe quello di indebolire la rete di oppositori a Putin, che da sempre sfruttano la rete come strumento per diffondere notizie che altrimenti rimarrebbero inascoltate.

In un contesto del genere, fake news e manipolazione non avrebbero più un contraltare.

Non solo. Un intervento di questo tipo sembra colpire più duramente la popolazione civile di quando metta in difficoltà governo e forze militari, che utilizzano sistemi di comunicazione intranet nazionali e che si sono già esercitati lo scorso luglio a reagire a un improvviso blackout della rete.

Senza contare che una decisione del genere sembra fornire un volano imprevisto a Putin stesso, il quale da tempo sta lavorando per implementare RuNet, un progetto che prevede la creazione di una rete nazionale di infrastrutture digitali in grado di garantire una connessione separata rispetto alla rete globale.

Mai come adesso, invece, l’isolamento sembra la strada peggiore da percorrere, visto che allontana l’opinione pubblica russa dalla realtà dei fatti, spingendola in un embargo di informazioni dalle conseguenze potenzialmente drammatiche.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com