Le lavoratrici della Ditta Nuova Idea di Caltanissetta, occupate presso l’appalto delle sedi di Poste Italiane di Ferrara e provincia, hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione “stanche come non mai di non ricevere lo stipendio puntualmente”.
A denunciare la situazione sono le Rsa assieme ai sindacati di categoria Filcams Cgil e Fisascat Cisl di Ferrara, riferendo che “ad oggi non si ha notizia del pagamento dello stipendio del mese di ottobre 2021”. Questa situazione di incertezza reddituale, con continui ritardi nei pagamenti degli stipendi, si sta trascinando da anni (per la precisione dall’inizio dell’appalto) e per lavoratrici e sindacati “la situazione è diventata insostenibile”.
“Le lavoratrici – commentano Giorgio Lombardi (Filcams) e Andrea Martelli (Fisascat) – continuano a fare il loro dovere, ma l’azienda non è mai puntuale come dovrebbe e talvolta con prolungati ritardi, limitandosi a non pagare senza dare spiegazioni. In aggiunta al mancato pagamento dello stipendio, segnaliamo anche problemi di sicurezza, in quanto le lavoratrici si procurano quotidianamente a loro spese mascherine e guanti e in assoluto il non rispetto dei protocolli di salute e sicurezza. Parliamo di lavoratrici part time con poche ore settimanali e stipendi mensili conseguentemente bassi, che anticipano anche costi di trasferta in quanto utilizzano la loro auto per raggiungere i vari uffici postali. Tutto questo avviene mentre l’appalto di Nuova Idea sarebbe scaduto il 31 ottobre, ma continua di fatto senza nessuna comunicazione ufficiale di proroga”.
“Questa azienda – aggiungono i due sindacalisti – è presente in varie regioni italiane, anche in altri appalti di Poste Italiane: il 21 ottobre c’è stato uno sciopero nazionale perché non avevano pagato gli stipendi di agosto e settembre 2021. La stessa Nuova Idea aveva comunicato alle organizzazioni sindacali di aver ricevuto un blocco dei conti correnti da parte dell’autorità giudiziaria, per motivi tuttora nebulosi”.
“Poste Italiane pare non preoccuparsi delle condizioni di lavoro di chi presta attività nelle proprie sedi – rivelano – e riteniamo che questo sia intollerabile. Le lavoratrici, assieme alle loro delegate sindacali, congiuntamente alla Filcams Cgil e alla Fisascat Cisl, rilevano il silenzio assordante dell’azienda committente Poste Italiane che, pur ripetutamente informata nel tempo, al momento pare abbia la splendida idea di prolungare la concessione dell’appalto. Poste Italiane, sponsor della Nazionale Italiana di calcio, investe risorse in promozione ma a quanto pare non pone la dovuta attenzione a quanto avviene nei propri uffici in termini di benessere e salute dei lavoratori”.
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