di Serena Vezzani
Vigarano Mainarda. Allo storico campione spallino, del periodo in cui “il calcio era poesia” ieri sera, allo Spirito di Vigarano, è andato il riconoscimento del Gruppo dei 10, insieme a Fabio Capello: Oscar Massei, 87 anni, racconta a Estense.com speranze, dubbi e pronostici per i biancazzurri e la nuova stagione imminente.
La convince questa nuova dimensione americana della Spal?
Mi auguro che, prima di tutto, presupponga serietà e professionalità. Quando ho lasciato io la Spal subentrarono due o tre presidenti che purtroppo buttarono giù la squadra, che la rovinarono. Si tratta certamente di una società di provincia, ma con un pubblico da grande squadra, e come tale si merita dei dirigenti che sappiano valorizzarla.
La sta divertendo questa Spal di Clotet?
Non ho ancora avuto occasione di vederla, spero di poterlo fare presto e di poterlo fare con il pubblico, negli stadi. Quando e se le restrizioni finiranno o si allenteranno, il pubblico di Ferrara darà una spinta ai giocatori eccezionale.
Tacopina ha parlato di un museo per le vecchie glorie biancazzurre. Le piace come idea?
A me farebbe piacere, ovviamente, sarei curioso perché sono una vecchia gloria, ma non la vedo attualmente un’ipotesi realizzabile o realistica. Più che il passato, è il presente che costruisce davvero l’avvenire della società calcistica.
Allora, a proposito di presente: quale deve essere secondo lei l’obiettivo della Spal per quest’anno? Un pronostico sulla stagione attuale?
Non lo so. Non riesco a fare pronostici, quello che è certo è che stanno costruendo una squadra di giocatori giovani e talentuosi che si merita la serie A. E se non sarà quest’anno, sarà l’anno prossimo.
Qual è il suo ricordo più bello legato ai biancazzurri?
Il pubblico, senz’ombra di dubbio. Un pubblico eccezionale. Si può dire che alla Spal io abbia dato tanto ma che abbia ricevuto altrettanto. Il ricordo più bello è la gratitudine verso i tifosi, ma anche la gratitudine che loro riservavano a me, a noi. Il loro calore e il loro entusiasmo non sono scomparsi anni fa, ma sono ancora attuali: sono il tratto distintivo e caratteristico della Spal.
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