Economia e Lavoro
15 Ottobre 2021
Allarme nelle campagne. La Cia chiede di arruolare pensionati e studenti per salvare la raccolta

Lavoro. Ferrara alla prova Green pass

di Redazione | 3 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

di Davide Soattin

Dopo le tensioni sociali a livello nazionale delle scorse settimane per l’introduzione del Green pass nei luoghi di lavoro, a partire da quest’oggi anche Ferrara si prepara alle possibili conseguenze dell’obbligatorietà della certificazione verde, seppur “non risultino da segnalare elementi di preoccupazione sul piano delle tensione“.

A dirlo è Cristiano Zagatti, segretario generale provinciale della Cgil, che sottolinea come “al momento ci siano solamente alcune situazioni da attenzionare” riferendosi allo stabilimento di Conserve Italia a Codigoro, dove la Flai-Cgil ha “riportato qualche tensione nelle relazioni sulla scia delle ultime polemiche a livello nazionale”.

Nonostante ciò, qualche “problematica in provincia, seppur in minima parte, potrebbe emergere” mette in guardia il numero uno del sindacato di piazza Verdi, che però confida sul “senso di responsabilità diffusa dei ferraresi per gestire eventuali frizioni” e applaude per come Ferrara “ha risposto alla campagna vaccinale, anche nei luoghi di lavoro“, rilanciando con la convinzione e la speranza che “nelle prossime settimane si possa aumentare“.

Di tutt’altro umore, invece, Stefano Calderoni, presidente Cia: “La situazione è problematica, dal momento che stanno terminando le raccolte proprio in questo periodo di mele Fuji, Pink Lady e zucche, e il cruccio è che la manodopera del nostro territorio è composta prevalentemente da stranieri, con lavoratori stagionali provenienti soprattutto dall’est Europa che sono purtroppo diffidenti verso vaccini e tamponi“.

Per questo motivo, lancia l’allarme Calderoni, “quasi il 40% di loro ha già fatto la scelta di interrompere il rapporto di lavoro e  tornare nei loro Paesi d’origine” mentre diversa è la situazioneper i lavoratori non italiani che possiedono però una stabilità domiciliare in Italia, che si sono già vaccinati o che faranno il tampone” ma, in generale, si tratta di uno “scenario di stress dal punto di vista aziendale“.

“Noi non chiediamo la sospensione dei provvedimenti – chiarisce -, quanto una sorta di mitigazione della misura, visto che si sta parlando di un’attività che è all’aperto, non vi è nessuna interferenza tra le persone e gli spazi sono ampi. Noi siamo favorevoli al tema del Green pass, ma è necessario dover considerare che non tutti i luoghi di lavoro sono uguali“.

“Il nostro settore è quello che subirà il contraccolpo maggiore“, riflette successivamente Calderoni, perché “si fa fatica a trovare della manodopera italiana e senza gli stranieri si rischia il collasso“, motivo per cui “chiediamo di facilitare l’introduzione di figure atipiche come pensionati e studenti per brevi periodi, da arruolare per aiutarci. Se così non fosse, la raccolta è a rischio”.

A favore della carta verde come “strumento per favorire la più ampia vaccinazione della popolazione, necessario per lavorare” è anche Diego Benatti, direttore della Cna provinciale, che però resta perplesso su “una norma che è fatta e pensata per le grandi aziende e non per le piccole e medie imprese, soprattutto per il settore dell’edilizia e dell’autotrasporto, che risulta essere quello più indietro a livello di vaccinazioni”.

Se da un lato, Cna esprime tutta la sua soddisfazione per la deroga per i vettori esterni, che comporta anche il riconoscimento del vaccino Sputnik per i trasportatori extra-europei, dall’altra chiede al governo “che si trovi un meccanismo per far sì che una volta che il datore di lavoro abbia controllato il Green pass al proprio dipendente e ne conosce la scadenza, non debba poi controllarlo tutti i giorni: una richiesta semplice e di buon senso, che speriamo venga ascoltata”.

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