Naomo rischia il processo anche per il runner
Chiuse le indagini per le offese al paziente psichiatrico. Nei guai anche i commentatori
Il vicesindaco Nicola Naomo Lodi è indagato deve rispondere di diffamazione aggravata insieme a 16 persone per l’episodio del runner.
Siamo in pieno lockdown, agli inizi di aprile, e Nicola Lodi rincorre, filma e offende un ‘runner’ che poi si scoprirà grazie a Estense.com essere affetto da patologia psichiatrica, una patologia confermata da almeno due certificati medici che indicano la necessità di svolgere attività motoria intensa per ottenere parziale sollievo, oltre ai farmaci.
Nel filmato, dato in pasto a Facebook, si vede l’assessore alla sicurezza individuare un uomo in tenuta da runner e con un cagnolino al guinzaglio mentre passa correndo in corso Martiri, davanti al Castello Estense, e dirgli che “non può correre tutti i giorni in barba a tutti, non può, vada a casa!”.
L’ammonimento non si ferma qui, l’uomo viene rincorso in auto da Lodi, che continua a inveire al suo indirizzo e suonare con il clacson mentre passa tra piazza municipale e via Garibaldi e poi ancora in altre vie del centro, con Lodi che continua a urlare “non puoi, sfigato”, fino a un fermo immagine in cui si vede l’uomo fermato dalla Polizia.
Il giorno dopo Naomo schiaffa tutto su FAcebook, dando il la all’ormai usuale pioggia di insulti da parte dei suoi commentatori: “Tagliategli le gambe”, “aspettatelo col bastone, “sparategli e tirate bene”.
Tra questi la procura individua responsabilità penali in capo a Davide Alberoni di Conselice; Annalisa Artosi di Ferrara; Giuliana Bighi di Ferrara; Claudio Bonsi di Ferrara; Giorgio Caleffi di Riva del Po; Chiara Campili di Bondeno; Graziella Cavallari di San Giuseppe di Comacchio; Ivan Mandreoli di Cento; Flavio Minganti di Bologna; Andrea Negri di Jolanda di Savoia; Gian Luca Panelli di Ferrara; Angela Po di Bondeno; Anna Rita Tegazzini di Ferrara; Monica Tosi di Masi Torello; Mattia Turri di Lagosanto; Guerrino Vecchiatini di Comacchio.
Secondo il pm Alberto Savino Naomo attraverso una serie di interventi su Facebook al tempo del lockdown, finalizzati a suo modo di vedere a verificare il rispetto delle misure di prevenzione da parte dei cittadini, il 3 aprile 2020 aveva pubblicato un video sulla sua pagina che lo ritraeva il giorno precedente mentre faceva filmare un runner, in cura presso il centro di salute mentale di ferrara, che come prescrizione medica doveva svolgere una intensa attività fisica per temperare i suoi stati di angoscia.
Ora il pm ha notificato la chiusura delle indagini. In attesa degli sviluppi, l’avvocato Ciriaco Minichiello, che difende Lodi, parla di “fatti datati appartenenti a un certo momento, in cui il vicesindaco si comportava in una determinata maniera”. E, “come in altri procedimenti”, aggiunge l’avvocato, si tratterebbe di “cose dovute, come per altri procedimenti, a inesperienza. L’importante è che per il futuro si stemperi un certo tipo di atmosfera e si collabori per il bene della città”.