di Giada Magnani

San Biagio. L’uomo degli asparagi ha detto “stop”. Gilberto Ferruzzi 83 anni, agricoltore con podere in via Buriona, ha chiuso con la coltivazione dell’asparago verde “Erus”.

Un’attività la sua cessata dopo una sessantina d’anni (per la precisione sono 58) dedicati a questa produzione orticola, mettendo a disposizione ed a rotazione, oltre che alla più grossa fetta del suo lavoro, circa 5 ettari di terreno, ognuno con una capacità media intorno ai 50 quintali di raccolto annui, la cui maturazione avviene ad un anno e mezzo dalla piantumazione del seme o delle radici.

Una coltura che Ferruzzi ha dismesso per ultima, dato che in precedenza ha scritto la parola fine anche per i vigneti e gli alberi da frutto.
“Non ho più l’eta”, spiega in sintesi l’anziano coltivatore diretto, con a fianco la moglie Pierina Graziella Pozzetto che stringe a sé un mazzetto del rinomato prodotto agroalimentare.

Ma oltre al tempo che passa, vanno messe in conto anche le crisi del settore che si sono succedute in varie stagioni: crisi di mercato che ad oggi hanno stabilizzato i prezzi intorno all’euro ed ottanta centesimi circa per chilogrammo. “In questo comparto, il momento più brutto – ricorda Ferruzzi – l’ho attraversato nel periodo del disastro nucleare di Cernobyl, quando anche per l’asparago si registrarono grosse perdite”.

Apprezzato su tutte le tavole, servito in tutte le salse e ricette; ideale in cucina per preparare contorni ma anche per primi e secondi piatti, dessert ed altri gustosi menù, l’asparago rappresenta un ingrediente gradito agli chef e ai palati di tutto il mondo. Argomenti ormai superati questi per Ferruzzi, che appartengono al suo passato, visto che ora vuole “godersi la maritata pensione”.