Politica
7 Luglio 2021
Contro la sentenza: “Il giudice faccia il giudice nella sua aula di tribunale, io continuerò a fare il sindaco in strada”

Case popolari. Alan Fabbri si ‘vendica’ di chi ha fatto ricorso e pubblica i loro nomi

di Redazione | 3 min

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“Se pensano di fermarmi si sbagliano di grosso”. Il giorno dopo la condanna del tribunale di Ferrara contro il nuovo regolamento per l’accesso agli alloggi popolari, Alan Fabbri ne ha per tutti. A cominciare dai due cittadini ‘colpevoli’ di aver fatto ricorso per esser stati esclusi dai requisiti ritenuti dal giudice civile discriminatori.

E il sindaco di Ferrara pubblica addirittura i loro nomi, dandoli in pasto alla pubblica gogna. “Mentre queste persone erano aiutate con altri ‘percorsi’, che conosciamo purtroppo bene – scrive il sindaco senza spiegare altro -, molti italiani chiudevano la propria attività a causa delle restrizioni Covid e altri perdevano il lavoro. Ecco come queste persone, che abbiamo aiutato e continuiamo ad aiutare, ripagano la generosità dei ferraresi”.

E così sulla pagina seguita da oltre 90mila persone escono i nominativi delle due persone straniere, che “supportate da alcuni sindacati, hanno fatto un ricorso”. “Pensate – aggiunge – che una di queste non rispetta nemmeno il requisito di 3 anni di residenza della Regione Emilia Romagna. Ma pretende un alloggio popolare. Sì, perchè dopo anni di Partito Democratico non vedono più l’ingiusta graduatoria che, nei fatti e nei numeri, ha sempre penalizzato e discriminato ferraresi e italiani”.

In realtà, leggendo i rapporti Acer, negli anni precedenti poco più di 1 cittadino extra UE su 10 era titolare di un alloggio di edilizia popolare a Ferrara e provincia e il numero dei nuovi assegnatari stranieri era in costante calo da anni.

Nel Bilancio di Sostenibilità 2018-2019 di Acer Ferrara si legge infatti che il peso degli stranieri tra i nuovi assegnatari era passato dal 39,57% di assegnazioni nel 2017 (il 29,41% considerando i soli cittadini extra UE) al 30,56% nel 2018 (il 27,77% considerando i soli extra UE) e al 32,62% nel 2019 (il 26, 74% di soli extra UE).

Le percentuali degli stranieri si abbassano ulteriormente se si vanno a vedere i numeri dei titolari e degli occupanti totali degli alloggi ERP di ACER: nel 2019 i nuclei assegnatari composti da stranieri sul totale dei nuclei assegnatari è poco meno del 13%, e al 23% se consideriamo il numero dei componenti dei nuclei (quest’ultimo dato dipende dal fatto che i nuclei stranieri sono tendenzialmente più numerosi di quelli italiani).

Nel 2019, infatti, gli stranieri titolari di alloggi ERP sono 702 su 5.487 alloggi locati totali, pari al 12,79% (11,24% se si considerano i soli extra UE), in calo persino rispetto al 2018 quando erano di più, 791, ma su più alloggi locati (5.627), per una percentuale del 14,05% (12,44% se si considerano i soli extra UE). Nel 2015 la percentuale era del 12%, nel 2016 del 13%, idem per il 2017. La Lega e ALan Fabbri sostenevano invece che la percentuale fosse del 52%.

Ma Fabbri va avanti come nulla fosse e attacca anche il giudice Maria Marta Cristoni che ha emanato la sentenza: “la fiducia nella magistratura resta, ma il giudice faccia il giudice nella sua aula di tribunale, io continuerò a fare il sindaco in strada, ascoltando quotidianamente i bisogni reali dei cittadini e agendo con buonsenso”. Quanto basta a far scrivere ai suoi sostenitori nei commenti “il solito Palamara di turno” e “Pd e magistrati i peggiori nemici degli italiani onesti”.

Il sindaco leghista continua annunciando che anche questa volta farà ricorso contro la sentenza. Era successo anche con il caso dei buoni spesa e il Comune perse anche il ricorso, con conseguenti ulteriori spese a carico dei cittadini.

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