Nata come start up innovativa nel 2015, all’interno di Ingegneria, è tra le eccellenze dell’incubatore Sipro di Via Saragat, dove ha trovato una condizione logistica ideale per la vicinanza a Tecnopolo e raccordo autostradale. E’ Fluid-A, realtà che, come suggerisce il nome, progetta macchine in grado di elaborare fluidi.
Tradotto, come spiega Alessandro Carandina, uno dei soci, «macchine in grado di cedere o recuperare energia da un fluido, come pompe, turbine, ventilatori». Destinatarie sono prevalentemente le imprese del comparto manifatturiero, seppure recente è l’interesse del mondo dell’agricoltura a sua volta sempre più innovativo e competitivo.
Nell’incubatore si progetta, perché la realizzazione fisica è solo l’ultimo atto. Prima, grazie ad appositi software vengono simulate le performance, viene ottimizzata la geometria e infine viene realizzato un prototipo in 3D, sul quale il committente potrà testare i risultati.
Un’esperienza che nasce in Università, «dove sempre di più si cerca di favorire la nascita di esperienze imprenditoriali come ricadute delle tecnologie sviluppate dai nostri ricercatori», testimonia il docente Unife, Michele Pinelli, oggi pro-rettore delegato alla Terza Missione, e sotto la direzione del quale Alessandro Carandina ha svolto, per cinque anni, la sua attività come ricercatore dedicato al trasferimento tecnologico presso la sede di Cento del Tecnopolo.
Del resto, Fluid-A stessa dà valore alla continua ricerca e alla formazione, tenendo corsi, anche in collaborazione con enti regionali, che in periodo di emergenza economica e sanitaria da Covid-19, hanno consentito di limitare la diminuzione delle richieste.
«Spesso – il commento dell’ amministratore unico Sipro, Stefano di Brinidisi – non si attribuisce il giusto valore alle start up, quasi fossero realtà destinate a una breve vita. E’ vero che molte esauriscono in fretta la loro capacità, ma lo è altrettanto che altre, come Fluid-A, sanno essere di fondamentale supporto per un mercato altamente competitivo».
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