Economia e Lavoro
8 Ottobre 2010
Fattore fondamentale il peso del servizio acquedottistico superiore al 50% del costo totale

Ferrara, acqua sempre più cara

di Redazione | 5 min

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Acqua, cara acqua. Cara non solo nel senso di base della vita, ma anche in termini di peso sul bilancio familiare. Perché, stando all’VIII Indagine sul servizio idrico integrato realizzata dal C.R.E.E.F – Centro Ricerche Economiche, Educazione e Formazione della Federconsumatori Nazionale, le tariffe dell’acqua sono ancora più care: da marzo a settembre sono aumentate del 6,1%. E in Emilia-Romagna colpiscono soprattutto Ferrara e Forlì-Cesena.
Secondo Federconsuamtori, dal 1998 ad oggi la crescita del prezzo dell’acqua in Italia è più che raddoppiata: la percentuale parla infatti stata del 62,9% senza un corrispettivo aumento da parte delle aziende degli investimenti negli impianti.
L’indagine è stata realizzata con elaborazione dei dati rilevati tra marzo e settembre 2010. I dati sono stati richiesti attraverso un questionario strutturato alle A.T.O esistenti in Italia, o in alcuni casi ai gestori. Complessivamente i dati disponibili per l’Indagine si riferiscono ad un totale di 72 città capoluogo di provincia italiane. Si tratta, quindi, di un campione estremamente significativo e rappresentativo.

Vediamo alcuni stralci corredati da numeri del dossier. 

Bolletta 2009 per 200 m3: Ferrara 11ª realtà

Dai dati elaborati e relativi alle 72 città campione emerge che per un consumo annuo pari a 200 m3 l’utente domestico paga mediamente 285,37 euro all’anno il che significa che il servizio idrico integrato, cioè l’insieme dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione più l’Iva costa mediamente 1,43 euro a m3 di acqua misurata.
Ferrara è ben oltre questa media nazionale, e non di poco: 387,95 euro è l’importo scritto sulla bolletta emessa sul nostro territorio per tale consumo, con un metro cubo d’acqua pagato 1,94 euro.
Naturalmente la media nasconde realtà significativamente diverse; infatti a Milano la bolletta annua è di euro 107,79 (0,54 euro a m3), a Lecco è di euro 121,19 (0,61 euro a m3), a Lodi euro 168,06 (0,84 euro a m3), mentre a Firenze si spende per la stessa quantità di acqua 447,23 euro (2,24 euro al m3), seguita da Arezzo in cui si spende 435,85 euro (2,18 euro a m3) e Livorno euro 412,87 (2,06 euro a m3).
Le città che si collocano sulla linea mediana sono Ancona con 287,99 euro (1,44 euro a m3), Viterbo con 283,98 euro (1,42 a m3), Messina con 283,56 euro (1,42 euro a m3). Pertanto parametrato a 100 il costo di Milano che è il più basso, il costo di Roma è pari a 189, il costo di Napoli è pari a 203, ovvero il doppio di Milano, il costo di Torino è pari a 228, il costo di Palermo è pari a 307, il costo di Bologna è pari a 259, il costo di Cagliari è pari a 246, a Venezia 184, a Genova 310, il costo di Bari è pari a 363 e quello di Firenze è pari a 414. Quindi rispetto alla città meno cara (Milano) quella più costosa (Firenze) ha una bolletta superiore di più di 4 volte.


Pesante il costo acquedottistico

Dunque, il costo medio della bolletta del servizio idrico integrato relativo a un consumo annuo di 200 m3 è pari a 285,37 euro (1,43 euro al m3); al totale della bolletta concorrono 5 diverse componenti: la quota fissa, il costo del servizio acquedottistico; il costo del servizio di fognatura, il costo del servizio di depurazione e l’Iva (pari al 10% dell’ imponibile).
Mediamente la quota fissa rappresenta il 5,49 % della bolletta per un costo medio di 15,68 euro; il costo del servizio acquedotto rappresenta mediamente il 46,67% del totale per un costo medio di 133,17 euro; il costo del servizio di fognatura mediamente pari all’11,23% del totale per un importo di 32,04 euro e la depurazione è mediamente pari al 27,52% del totale per un importo medio di 78,54 euro.
Rispetto all’andamento medio sopra indicato si possono indicare alcune eccezioni: a Gorizia per esempio è significativo il peso della quota fissa sul totale, circa ¼; in alcune città il costo del servizio depurazione è superiore al costo del servizio acquedotto (Milano, Lecco, Lodi, Sondrio, Udine, Cuneo, Venezia, Verona, Roma, Bolzano, Novara, Pavia, Belluno, Teramo). Le città nelle quali il peso del servizio acquedottistico è superiore al 50% del costo totale sono: Forlì, Cesena, Viterbo, Napoli, Livorno, Reggio Emilia, Pesaro, Enna, Rimini, Asti, Imperia, Frosinone, Modena, Viterbo, Ferrara, Ravenna, Parma, Vercelli, Rieti, Pisa.
In 3 città: Bologna, Terni e Trieste sono state introdotte le tariffe procapite per le utenze domestiche residenti, incentivando con le tariffe il risparmio idrico e penalizzando gli sprechi, garantendo più equità nella distribuzione dei costi. Chi sta sotto ad es. 180 lt. di consumo di acqua al giorno per abitante (con quote fisse e fasce di consumo variabili al numero dei componenti il nucleo famigliare) viene premiato, chi le supera viene penalizzato.


Bolletta 2010 ancora più salata

La media della bolletta 2009 è pari a 309,19 euro (la media riferita al campione di 72 città è invece pari a 285,37 euro: evidentemente nel campione più ristretto sono maggiormente rappresentate città più care), la media 2010 è pari a 328,22 euro quindi tra il 2009 e il 2010 la bolletta relativa a consumi annui di 200 m3 è aumentata in assoluto mediamente di 19,03 euro pari ad un aumento percentuale del + 6,16% rispetto alla media.
Ferrara ha assistito ad un confronto in aumento: percentualmente del 4,79%, tradotto in euro 18,57.
In alcune città non risultano aumenti tra il 2009 e il 2010 (Lecco, Lodi, Imperia, Pavia, Pescara, Brescia, Viterbo). In alcune città invece gli aumenti tra il 2009 e il 2010 sono sensibilmente superiori all’aumento medio. Per es. a Sondrio si è verificato tra il 2009 e il 2010 un aumento pari al 23,76%; a Venezia, Parma, Forlì, Cesena e Rovigo gli aumenti sono stati tra il 10% ed il 12 %.
L’aumento maggiore in assoluto, pari a 42,03 euro, si è registrato a Forlì e Cesena. La città più cara sia nel 2009 che nel 2010 risulta essere Firenze (478,05 euro nel 2010) seguita da Arezzo, Grosseto, Livorno, Pisa, Brindisi, Foggia, Lecce, Bari e Taranto. Seguono poi le città dell’Emilia Romagna. Mentre alcune delle città più economiche si confermano quelle del 2009 come Lecco, Lodi.

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