Cronaca
23 Febbraio 2021
Notificato il provvedimento del prefetto, sanzioni ulteriori anche per due locali già finiti nei guai

Chiusura ulteriore per il laboratorio tessile che impiegava manodopera irregolare

di Redazione | 2 min

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Altri dieci giorni di chiusura per il laboratorio tessile di “confezione di accessori e abbigliamento” chiuso dalla Polizia di Stato e dalla Municipale nell’aprile del 2020, quando al suo interno vennero trovati dei cittadini cinesi irregolari e pessime condizioni igienico sanitarie.

La divisione Amministrativa della Questura ha notificato, martedì mattina, l’ordinanza del prefetto per l’applicazione delle sanzioni accessorie della sospensione delle attività commerciali per ulteriori giorni 10 per violazioni riscontrate e già sanzionate al momento dell’intervento.

Dai primi accertamenti effettuati alla Camera di Commercio, il laboratorio era risultato regolarmente iscritto come impresa individuale intestata a un cittadino cinese di 38 anni. Al suo interno vennero sorpresi 18 cittadini cinesi, di cui nove irregolari sul territorio nazionale e uno gravato da ordine di esecuzione per la carcerazione, arrestato e portato all’Arginone, mentre il legale rappresentante della società “Perfetto confezioni di Mao Yongjun” venne indagato per sfruttamento della manodopera clandestina e favoreggiamento della presenza di cittadini irregolari in Italia. Il laboratorio era dotato di circa 40 postazioni con macchine da cucito professionali circondate da cumuli di tessuti pronti per la lavorazione, capi di abbigliamento (completi abito, camice, giacche, pantaloni di diversa fattura e taglie diverse) e numerosi scatoloni già imballati per la spedizione. I capi riportavano etichette di noti brand della moda e relativo cartellino prezzato 90/100 euro.

Altro allungamento della chiusura – sempre per 10 giorni – è scattato per il minimarket “Kevingold” di via Orobioni, che a giugno e poi a gennaio venne sanzionato per il mancato rispetto delle normative anti covid-19: nel secondo controllo venne riscontrata la presenza di 11 persone in uno spazio di appena 18 metri quadrati.

L’ultimo provvedimento, a causa cessazione dell’attività “Moria”, non è stato eseguito per la parte relativa alla chiusura, ma con un’ordinanza di ingiunzione al pagamento di 400 euro disposta sempre dalla Prefettura.

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