La vicenda Celanese e della cessione del sito produttivo di piazzale Marconi hanno scoperchiato ancora una volta l’estrema dipendenza del Petrolchimico dalle decisioni, spesso molto repentine, delle multinazionali insediate.
Per questo le Rsu di Basell, Yara e Ifm chiedono ora “un accordo generale di tutela di tutti i lavoratori, come fatto già in passato anche sulle vertenze che hanno coinvolto il nostro sito produttivo”.
Le Rsu esprimono la propria solidarietà “ai lavoratori in lotta per garantirsi un futuro decente”, ma ritengono che “i livelli istituzionali del territorio, Comune di Ferrara e regione Emilia Romagna, anche a seguito dell’acclamato accordo di vendita, debbano continuare a svolgere un ruolo per ottenere che la decisione della multinazionale statunitense non produca, oltre all’evidente indebolimento industriale della nostra città e di quel sito industriale (che conta un’altra società che se ne va dopo VinyLoop, oltre ad una perdita di 40 posti di lavoro come dote lasciata a questo territorio), ulteriori danni economici immediati”.
“Se l’obiettivo è quello di rilanciare economicamente e socialmente il tessuto regionale – dicono le Rsu, riferendosi al Patto per il Lavoro e per il Clima siglato da poco in Regione con sindacati e organizzazioni datoriali -, con la stessa ambizione la Regione ed il Comune devono interfacciarsi con sindacati e le imprese per trovare soluzioni agli occupati oggi presenti in via Marconi.
Le multinazionali segnano nel bene o nel male il futuro dei territori in cui insistono, per la forte dinamica economico-sociale che una grande azienda industriale riesce a produrre.
Quando abbandonano progetti o territori, è compito dei lavoratori, dei cittadini di quei territori e del suo tessuto imprenditoriale individuare soluzioni che permettano comunque di guardare al futuro”.
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