Politica
6 Gennaio 2021
Cgil, Cisl e Uil parlano di “divide et impera”, il Pd rivendica la paternità della residenzialità storica e i ‘Coraggiosi’ si chiedono dove stia l'equità sociale

Case popolari: critiche da sindacati, Pd, Erc, Rifondazione e Italia Viva

di Redazione | 7 min

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(archivio)

Dopo quella del vescovo Perego, arrivata subito, nel ‘day after’ si sollevano anche altre voci critiche in merito alla nuova graduatoria per l’assegnazione delle case popolari di Ferrara elaborata con il nuovo regolamento: sono quelle dei sindacati confederali, del Pd, Emilia-Romagna Coraggiosa, Rifondazione e Italia Viva.

Cgil, Cisl e Uil: da Fabbri la pratica del “divide et impera”

Per Francesca Battista (Cgil), Bruna Barberis (Cisl) e Massimo Zanirato (Uil), l’annuncio del sindaco Alan Fabbri sui 157 italiani nei primi 157 posti è solo un modo di “veicolare un messaggio a ‘soddisfazione della pancia’ di chi ha votato questa amministrazione. Più volte – affermano – abbiamo sostenuto che i termini utilizzati nel comunicare vanno accuratamente misurati per evitare di alimentare contrapposizioni fra cittadini. Il ‘divide et impera’ non è una ‘rivoluzione dolce’ ma una pratica antica”. Sul nuovo regolamento, i sindacati attendono l’effettiva pubblicazione della graduatoria, e ricordano di aver criticato fin da subito l’eccessivo peso dato alla “residenzialità storica” a dispetto dei criteri sulla reale emergenza abitativa.

Nel merito, Cgil, Cisl e Uil sono molto poco convinti del reale maggior peso per le giovani coppie “considerato che il punteggio previsto per loro è stato ridotto rispetto al precedente regolamento, mentre gli anni di residenza nel comune per ottenerlo è stato alzato da tre a dieci. I giovani per questioni meramente anagrafiche non possono che essere penalizzati dal mantra della residenzialità, con buona pace delle necessità di rendere attrattivo il territorio”.

“E rimane aperta la questione manifestamente illegittima e discriminatoria della certificazione dell’impossidenza, solo rinviata nella sua applicazione da parte dell’amministrazione”, affermano, anche se l’unica sospensione risultante dagli atti pubblicati finora è relativa ai soli punteggi negativi per morosità nei confronti del Comune, bloccata per andare incontro ai problemi causati dall’emergenza Covid-19.

Il Pd si prende il merito della “residenzialità storica” e parla di “distorsione” da parte del sindaco

Il principale, quantomeno per dimensione, partito di opposizione – il Pd – interviene tramite il suo nuovo segretario cittadino (Alessandro Talmelli) e il capogruppo in Consiglio (Francesco Colaiacovo), rivendicando in realtà la paternità dem del criterio di residenzialità storica, cavallo di battaglia del sindaco Fabbri.

“La residenzialità, la ‘rivoluzione’ così l’ha definita il sindaco, è stata in realtà introdotta dal presidente Stefano Bonaccini – affermano i due – tramite la Legge Regionale del 2018 in cui dava la possibilità ai Comuni di poter inserire il criterio della residenzialità storica assegnando punteggi dedicati, cosa che peraltro il Partito Democratico di Ferrara condivide come è stato già fatto anche in altri Comuni della nostra Provincia come ad Argenta, Ostellato e Portomaggiore” (in realtà la Regione prevede i 3 anni come requisito di base per poter presentare domanda, ndr).

Secondo il Pd “ciò che invece è stato introdotto dal sindaco è in realtà la ‘distorsione’ del criterio di equità sociale che purtroppo penalizza le giovani coppie, le famiglie che realmente vivono situazioni di grossa difficoltà economica, famiglie con presenza di minori che vivono in alloggi malsani. Con questo regolamento l’Amministrazione, attribuendo punteggi in modo abnorme senza limiti alla residenzialità, risponde ad una logica demagogica identitaria che per penalizzare gli stranieri in realtà non va incontro ai bisogni dei cittadini ferraresi più fragili, piuttosto si dovrebbe puntare a rendere più efficace la risposta alla richiesta di alloggi, ampliando l’offerta con il recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato in quanto inagibile, attraverso investimenti ad hoc, modificando anche le priorità fissate dall’amministrazione nel piano delle opere, dando così maggiori risposte alle numerose famiglie escluse dall’assegnazione di un alloggio”.

Ilaria Baraldi, consigliera del Pd, interviene su Facebook e si chiede “cosa ci sia di socialmente equo nell’attribuire un punteggio maggiore alla residenzialità storica rispetto alla composizione del nucleo e alle sue necessità lo sa solo chi usa la propaganda del “prima gli italiani” per ottenere e mantenere consenso”.

Emilia Romagna Coraggiosa: “Controsenso parlare di equità sociale con il vicesindaco ancora in una casa popolare”

“Sentir parlare di equità sociale un’amministrazione il cui vicesindaco occupa tuttora una casa popolare è già di per sé un controsenso”, afferma invece il gruppo ferrarese di Emilia Romagna Coraggiosa. “Sentire però rivendicare da questa l’equità sociale perché, tramite un criterio che ha posto di fatto al secondo posto i bisogni delle persone ed al primo la loro presenza pregressa sul territorio è davvero inaccettabile”.

“Al Comune di Ferrara sembra non interessare che la graduatoria dia risposta a chi ha più bisogno di un alloggio – attacca Erc -: è pura propaganda, come lo erano i requisiti per le assegnazioni dei buoni spesa. La strategia leghista è chiara: mettere in competizione chi ha bisogno, rivendicando le assegnazioni agli italiani ed elettori e discriminando gli stranieri (nella stragrande maggioranza non elettori). Una strategia populista che distorce parole e graduatorie, che si disinteressa dell’equità sociale e del suo significato, che ignora i bisogni delle persone e della comunità. Per quel che riguarda il ritorno al significato delle parole regaleremo un dizionario al sindaco, per quel che riguarda il bando ci auguriamo che la magistratura ripristini la legalità, in particolare rispetto alle disposizioni di cui all’art. 8 c.3 del nuovo regolamento per l’assegnazione Erp (sulla certificazione di impossidenza di immobili in altro stato), punto già dichiarato illegittimo dalla Corte Appello di Milano giudicando quello del Comune di Lodi”.

Interrogazione di Fusari (Azione Civica)

Roberta Fusari, ex assessora e oggi consigliera di minoranza con Azione Civica, ha predisposto un’interrogazione “per sapere per quale motivo la graduatoria non sia stata ancora pubblicata, nonostante la delibera approvata in Consiglio Comunale indicasse con precisione la data del 4 gennaio, e quando l’Amministrazione abbia intenzione di renderla pubblica”. Dopo un primo periodo in cui la pagina è stata anche cancellata dal sito del Comune, la graduatoria è stata pubblicata nel pomeriggio di martedì 5 gennaio.

Rifondazione: Fabbri si è mosso all’interno dello spazio aperto dalla giunta Bonaccini

Critiche arrivano, inoltre, anche da Rifondazione Comunista. “Introdurre il criterio dell’anzianità residenziale per accedere ad un servizio significa far cadere il principio dell’uguaglianza fra persone che vivono nello stesso territorio e presentano lo stesso problema sociale ed economico”, scrivono Stefania Soriani e Stefano Lugli della segreteria provinciale e regionale che parlando di “un approccio discriminatorio che Rifondazione Comunista respinge”, al pari del “criterio che prevede il non possesso di una proprietà immobiliare all’estero da parte di chi presenta domanda di alloggio popolare, perché è evidente che per molti Paesi tale dato non è verificabile, oltre ad essere ulteriormente punitivo per chi ha deciso di costruire la sua vita in Italia. Ma del resto è palese l’uso propagandistico che il sindaco Fabbri fa di chi ha bisogno di un alloggio”.

Rifondazione loda l’intervento del vescovo Perego e non risparmia bacchettate al centrosinistra: “La Giunta Fabbri si è mossa all’interno di uno spazio aperto dalla Regione Emilia-Romagna, perché fu proprio la giunta Bonaccini nella precedente legislatura ad introdurre i criteri dell’anzianità residenziale di tre anni e il non possesso di immobili all’estero per presentare domanda di casa popolare”.

Italia Viva: “Si fa propaganda con i bisogni primari dei più fragili”

Anche Italia Viva, infine, non risparmia tirate d’orecchie e frecciate alla Giunta Fabbri parlando di “criteri dissennati e profondamente discriminatori”. Pur ritenendo utile l’inserimento di un elemento premiale “nei confronti di chi lavora, produce e contribuisce alla crescita del territorio ferrarese”, Iv mette in luce tutte le ‘sviste’ che sembrano mirare a “mettere in difficoltà la prospettiva d’integrazione”.

A partire dall’attribuzione del punteggio di 0,5 punti per anno di residenza nel territorio ferrarese, che “non prevede un tetto massimo attribuibile, diventando di fatto lunico criterio valido atto a inficiare e a rendere ininfluenti tutte le altre voci del regolamento”. C’è poi il tema della residenza non continuativa.: “Questo vuol dire che chiunque abbia lasciato il territorio per un lungo periodo di tempo senza essere parte integrante della sua crescita, può comunque usufruire di un punteggio premiante e salire in graduatoria”.

L’auspicio di Italia Viva, dunque, è “che eventuali danneggiati impugnino la graduatoria e il presupposto regolamento. Come lamministrazione sa, c’è sempre un giudice a Berlino. In quel caso peró, stavolta, paghino gli amministratori di tasca propria le spese di soccombenza”.

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