Se il sindaco Alan Fabbri si appunta una stelletta al petto parlando di 157 nuclei familiari “italiani” nei primi 157 posti della nuova graduatoria per gli alloggi popolari, è il vescovo Gian Carlo Perego a suonare l’altra campana.
“La Chiesa di Ferrara-Comacchio, che in diversi modi è attenta al problema della casa, esprime la propria soddisfazione per il fatto che 157 famiglie abbiano ottenuto una casa – si legge in una nota inviata dalla curia -. La speranza è che nessuna famiglia che ne aveva diritto sia stata esclusa per ragioni di razza e nazionalità”.
“Se fosse così – ammonisce Perego – il nuovo bando non aiuta a costruire la città di domani che non potrà che vedere convivere persone di diversa provenienza, con nuove risorse ed esperienze di cui ha bisogno il futuro di una città diversamente destinata a morire più che ad attrarre nuove persone e famiglie”.
“L’anno della famiglia indetto da Papa Francesco per il 2021 sarà l’occasione per la nostra Chiesa anche per riflettere sul tema della casa – ricorda infine il vescovo -. Un tema importante per chi vive nel nostro territorio ma anche per chi arriva per motivi di lavoro, di studio, o per ricongiungimento familiare nel nostro territorio ferrarese”.
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