(foto di Alessandro Castaldi)

A quasi un mese di distanza dalla cena per i piloti, tenutasi al Teatro Comunale Abbado e organizzata dall’amministrazione per accogliere gli equipaggi della Mille Miglia 2020, l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli risponde a Estense.com  sulle critiche mosse sia dal quotidiano La Repubblica che dall’opposizione sulla metamorfosi da teatro a “osteria”.

Una cena sul palco simbolo della cultura a Ferrara è sembrato a molti una dissacrazione.

“Le indicazioni che mi sono state date sia dall’amministrazione che dal presidente vedevano come obiettivo quello di un’apertura del teatro stesso nei confronti della città, in un senso generale e prettamente culturale. Si è trattata di un’occasione ovviamente temporanea, che a volte si può verificare, come è già successo in passato. Nel 2007, ad esempio, con Sateriale sindaco ci fu un evento che ebbe come sponsor la Porsche”.

Ammetto che vedere il Comunale ‘apparecchiato’ in quella maniera è un discreto pugno allo stomaco. Ben venga però se serve a finanziare le fondazioni teatrali e chi lavora di spettacolo.

“A mio avviso quella che è stata mossa resta una polemica sterile e inutile, che va ad aggiungersi a tutta una serie di contrapposizioni che lasciano il tempo che trovano. Ora però non mi va di pareggiare i conti, soprattutto perché è stato un evento che ha dimostrato come situazioni particolari, che non devono essere per forza la continuità, possono comunque essere un punto di valorizzazione anche di Ferrara, La Mille Miglia è una delle corse che storicamente hanno una loro cultura e moltissimi equipaggi si sono complimentati non solo per la location, che è storica e non verrà mai declinata con uso diverso, così come è già successo per i Pink Floyd a Venezia o per la sfilata che ogni anno si tiene sui Trepponti di Comacchio”.

Una sorta di desacralizzazione che potrebbe trovare diversi punti in comune con l’impiego dell’influncer Chiara Ferragni da parte degli Uffizi nei mesi scorsi, che tanto ha fatto discutere ma che tanto ha anche portato nelle casse del museo fiorentino a livello di visibilità e visite.

“Ci ho pensato e forse c’è una analogia di forma e non di contenuto. Ferragni e Fedez fanno il loro lavoro e molti li hanno elogiati, mentre altri criticati. Ma non siamo un popolo fatto da imbecilli e le cose sappiamo conoscerle. La nostra non è stata pubblicità, ma solo valorizzazione culturale dei monumenti e degli edifici storici della città, che non cambia assolutamente il loro indirizzo e la loro destinazione”.

Ultima domanda: visto il periodo di grave crisi economica che stiamo attraversando, non sarebbe stato meglio organizzare la cena nei ristoranti del centro storico piuttosto che al Teatro Comunale?

“Era una situazione che si poteva e si potrà valutare, al di là dell’eccezionalità dell’evento. Durante la serata hanno comunque lavorato gli studenti dell’Istituto alberghiero Vergani. Io credo che ci siano ben altre forme per aiutare i nostri ristoratori, semplicemente usando quel buonsenso in più che questo Dpcm non ha, relativamente a delle misure che potevano essere più attente e molto meno drastiche”.