Tutti e tre hanno confessato, per tutti e tre il giudice per le indagini preliminari si è riservato e deciderà nei prossimi giorni sulla misura cautelare applicata. Per ora uno, Stefano Tarascio, rimane in carcere dove è comunque detenuto per sentenze passate in giudicato, gli altri complici – Francesco Rossarolla e M.M. – ai domiciliari.
Tarascio e Rossarolla hanno confessato di essere le vere menti e gli artefici principali della truffa da quasi 7mila euro effettuata facendo bloccare una carta di credito in realtà appartenente a un ignaro imprenditore ferrarese e poi facendosi consegnare quella sostitutiva, mostrando documenti falsi al corriere. Il raggiro, avvenuto a maggio del 2019, è stato scoperto dai carabinieri di Ferrara, coordinati dal pm Andrea Maggioni.
M. – per la quale l’avvocato Filippo Sabbatani, che difende tutti e tre, ha chiesto la revoca della misura cautelare – invece aveva un ruolo più marginale: da quel che è emerso era stata usata come elemento ‘di colore’ per far una figura migliore e più credibile davanti ai negozianti dove sono stati spesi i soldi. Lei, che accompagnava Rossarolla, ha detto di aver sospettato che lui non avesse davvero tutti quei soldi che stava spendendo in gioielli e iPhone, ma di non sapere che era tutto frutto di un reato, altrimenti non avrebbe consegnato alla cassa la carta fedeltà per ottenere i punti.
Quella carta è stata un elemento fondamentale per scoprire la truffa, messa in piedi principalmente da Tarascio, un maestro, un ‘re delle truffe’ come è stato soprannominato. Rossarolla è stato colui che materialmente ha procurato la carta di credito e i documenti falsi utilizzati per convincere il corriere a consegnare quella nuova a Tarascio all’indirizzo da lui indicato.
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