Cronaca
7 Luglio 2020
Tarascio colpisce ancora a Ferrara con due complici, individuati nell'operazione "Pronto Nexi" dei carabinieri

Spese pazze per il re delle truffe, altri due ai domiciliari

di Elisa Fornasini | 4 min

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Stesso truffatore, nuovo modus operandi. Stefano Tarascio, il 31enne napoletano battezzato il ‘re delle truffe’ con il suo carico di un’ottantina di precedenti penali per raggiri di vario genere, colpisce ancora. Questa volta blocca una carta di credito, falsificando un documento d’identità se ne fa spedire una nuova e si dà alle spese pazze, ai danni di un ignaro imprenditore ferrarese che si è ritrovato il conto più leggero con oltre 6mila euro in meno.

La truffa è stata scoperta dai carabinieri di Ferrara attraverso l’operazione “Pronto Nexi” che ha portato all’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare per truffa aggravata, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e sostituzione di persona nei confronti dello stesso Tarascio (già detenuto nel carcere di via Arginone dove sconterà la pena fino al 2027) e dei suoi due complici finiti agli arresti domiciliari: la cognata M.M., 24enne disoccupata, originaria di Salerno ma residente a Ferrara, con precedenti, e l’amico di famiglia Francesco Rossarolla, 26enne napoletano, disoccupato e pregiudicato, ‘in trasferta’ nella città estense per collaborare al colpo.

Il nome dell’indagine – iniziata a maggio 2019 e portata a termine dai carabinieri della Stazione di Porotto e condotta dal pm Andrea Maggioni con i provvedimenti emessi dal gip Carlo Negri – è dovuta alla ‘facilità’ con cui la società Nexi che gestisce i pagamenti digitali ha bloccato la carta di credito dell’ignaro titolare per spedirne una nuova ai truffatori.

I tre, con artifizi e raggiri, si sono infatti procurati i dati personali del titolare della carta di credito e hanno contattato Nexi per segnalarne lo smarrimento e quindi procedere al blocco e alla sostituzione. Nonostante il proprietario avesse ricevuto un avviso via sms, non ci ha dato peso e ha lasciato incautamente passare alcuni giorni.

Nel frattempo Tarascio (considerata la mente della truffa), M. e Rossarolla non hanno perso tempo e, attraverso l’esibizione di un documento falso, hanno ottenuto dal corriere la nuova carta con cui si sono dati alla pazza gioia, prima con un prelievo di 1830 dollari (per un totale di 2mila euro comprensive di spese) al bancomat dell’aeroporto di Bologna e poi con lo shopping ai centri commerciali “Il Castello” e “Le Mura”, dove hanno acquistato prodotti anche costosi (una playstation, una collana e due bracciali in oro, due iphone…) per un totale di 6895 euro.

Una svista è però costata cara: in un negozio, uno dei tre soggetti ha presentato la fidelity card a proprio nome. Una prova schiacciante che ha permesso all’Arma di acquisire le immagini della videosorveglianza e, insieme all’analisi documentale e ai riconoscimenti fotografici, di incastrare il trio.

Grazie alla collaborazione della Stazione di Borgo Loreto, Rossarolla è stato sottoposto agli arresti domiciliari nella sua abitazione in pieno centro a Napoli, Montella è finita ai domiciliari nella sua casa a Ferrara mentre Tarascio ha ricevuto il provvedimento direttamente in carcere, dove è detenuto dall’anno scorso per la “truffa dell’assegno su Whatsapp”. Era stato arrestato il 29 maggio 2019 sempre dai carabinieri mentre incassava un falso assegno da 18.500 euro ricevuto via messaggio dalla vittima che pensava di acquistare una Mercedes usata su Subito.it.

“La nuova tipologia di truffa tramite blocco delle carte di credito stava prendendo piede a Ferrara” spiega il maggiore Marco Angeli che sta proseguendo le indagini perché “ci sarebbero altri casi, minimo altre due potenziali vittime a cui siamo riusciti a restituire la carta prima che arrivasse ai malviventi”.

“Tarascio è un personaggio vulcanico, una ne pensa e cento ne fa” conferma il luogotenente Luca Giannini, comandante della Stazione dei carabinieri di Porotto. E l’Arma non abbassa la guardia: “Il nostro impegno è massimo sia sul piano del contrasto che su quello della prevenzione, con la diffusione di un opuscolo con i consigli per evitare le truffe” sottolinea il maggiore Angeli.

Da gennaio a giugno, sono state denunciate 296 truffe e frodi informatiche, di cui 42 scoperte dai carabinieri, come la vendita di finti rilevatori di fumo ai danni di una vedova 87enne che ha portato all’arresto di due truffatori di anziani in ‘trasferta’. Nel 2019 sono state denunciate 523 truffe, di cui 62 scoperte dall’Arma, “in prima linea contro questi reati di particolare allarme sociale”.

L’avvocato Filippo Sabbatani, che difende Tarascio e M., chiederà al pm Maggioni di revocare, con la piena collaborazione dei propri assistiti, la misura degli arresti domiciliari nei confronti della cognata. La misura cautelare per “adeguatezza, proporzionalità e pericolo di reiterazione di reati” viene considerata “eccessiva” per la 24enne, che si dice “inconsapevole della truffa e ignara della gravità dei fatti contestati”.

*articolo aggiornato alle 16.56 del 7 luglio

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