(archivio)

di Davide Soattin

In attesa di un protocollo che possa chiarire come le diverse squadre della Serie A potranno tornare collettivamente ad allenarsi in vista di una possibile ripresa del campionato, la Spal ha deciso di allungare i provvedimenti già in vigore da giovedì scorso, nonostante l’ok di Conte agli allenamenti di squadra.

A partire dalla giornata di lunedì 18 maggio infatti, seguendo il piano di lavoro atletico fornito da collaboratori e preparatori di Gigi Di Biagio, Petagna e compagni potranno continuare a svolgere attività individuale e facoltativa a turni di quattro giocatori alla volta, tanti quanti sono i terreni da gioco del “G.B. Fabbri”, fino a quando non verranno fornite nuove disposizioni da parte della Figc.

Nel caso in cui dovesse poi venire nuovamente riconfermata l’ipotesi del maxi-ritiro, che nelle ultime ore è stato uno dei principali punti di discussione tra i vertici federali e governativi, l’intero gruppo dei biancazzurri, insieme ai membri dello staff tecnico, medico e societario, trascorrerà il periodo di isolamento presso l’hotel Carlton di via Garibaldi, consueta sede dei ritiri pre-partita degli estensi già da diversi anni, con cui la Spal ha già preso accordi di tipo logistico e organizzativo.

In questo momento però, per quanto riguarda questo aspetto, tutto rimane bloccato, con i giocatori che faranno – come è successo negli ultimi giorni – rientro presso i loro domicili, dove trascorreranno il resto della giornata, per recarsi successivamente in maniera autonoma ad allenarsi in via Copparo, aspettando nuovi e decisivi sviluppi per le sorti del calcio italiano, che ci si auspica possano arrivare in tempi brevi.

A confermare questo scenario di attesa è stato il presidente Walter Mattioli che, ai microfoni della trasmissione Sabato Sport di Rai Radio Uno, ha cercato di fare un punto della situazione: “Noi abbiamo seguito le indicazioni del protocollo e del nostro staff medico, ma sono troppe le responsabilità ed è troppo pericoloso. Abbiamo aspettato e rispettato le indicazioni, facendo le varie visite ai calciatori e ora siamo in attesa del nuovo protocollo per poter fare lavorare tutti insieme. Finché non arriverà, la Spal si allenerà come già sta facendo”.

Il primo tifoso biancazzurro ha aggiunto: “Io continuo su questa linea, siamo coscienti di quello che dobbiamo affrontare e siamo pronti. Sulla ripresa del campionato il 13 giugno ho ancora diversi dubbi, anche se abbiamo già prenotato un hotel in centro a Ferrara (il Carlton, ndr) che è libero e sarà tutto a disposizione del nostro gruppo di quasi sessante persone, in cui ognuno avrà la propria stanza per dormire e mangiare da solo. Ma prima voglio sapere cosa dice il nuovo protocollo e poi confrontarmi con i miei medici”.

Il presidente si è poi voluto soffermare anche sull’eventualità di una retrocessione a tavolino: “Mi dispiacerebbe tantissimo sentire dire che, con ben dodici gare da giocare e trentasei punti a disposizione, la Spal sia condannata a retrocedere in Serie B. Seppur io sia consapevole che quello che andremo ad affrontare sarà un calcio che non è calcio. Noi siamo pronti a battagliare, non posso accettare una situazione del genere. E lo faremo anche attraverso il ricorso ai tribunali sportivi. La Federazione farà lo stesso. Non sarà facile, tuttavia i punti ancora da conquistare sono tanti e ci possiamo salvare come fatto negli ultimi due anni, perché c’è ancora la mentalità giusta che ci ha contraddistinto nei finali di campionato degli ultimi anni”.

Infine, Mattioli ha rivelato anche le tempistiche che separano la Spal dall’annuncio del nuovo direttore sportivo che prenderà il posto di Vagnati, ringraziato per quanto fatto in questi anni al servizio della società biancazzurra: “Davide è un ragazzo davvero molto bravo. Penso che sia uno dei migliori d.s. in Italia, oltre che uno dei più giovani. Una persona preparata e ambiziosa, che vuole coltivare le legittime ambizioni personali. Lo comprendo. Noi intanto continuiamo a programmare il futuro ed è probabile che a giorni troveremo chi prenderà il suo posto. Non vogliamo trascurare nulla per farci trovare pronti quando ci diranno che si potrà ripartire”.