Attualità
27 Aprile 2020
L'allarme di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl: "Mettere realmente a regime un sistema chiaro di prevenzione-protezione e gestione"

Confusione sui Dpi e test in ritardo: situazione critica per gli operatori sanitari

di Redazione | 3 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Per i sindacati di categoria Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl, a distanza di oltre due mesi dall’inizio dell’emergenza Covid-19 la situazione è ancora molto critica in termini di sicurezza per gli operatori degli ospedali e delle strutture socio sanitarie, “visti i numerosi casi di contagi tra operatori ed ospiti delle strutture in continua crescita nella nostra provincia”.

Una delle principali cause viene individuata nei ritardi negli screening con test sierologico sugli operatori sanitari, iniziati il 3 aprile. “Ad oggi – spiegano i tre segretari provinciali Erika Salvioli, Sonia Uccellatori e Leonardo Uba – ancora non sono stati fatti a tutti perché purtroppo i reagenti non arrivano dalla Regione in quantità sufficiente al fabbisogno. Questo fa sì che non vengano nemmeno fatti i controlli dopo 15 giorni come previsto dalle linee guida regionali. Non sono ancora stati fatti gli screening su Salus e Quisisana e su tutto il personale delle ditte in appalto come i trasporti interni, le pulizie, la rete dei trasporti”.

Troppo lunghi anche i tempi di refertazione dei tamponi, soprattutto quelli che vengono inviati al laboratorio di Padova (al laboratorio di Cona invece i tempi sono di poche ore): “Serve dunque, necessariamente, una priorità condivisa tra le due aziende sulla refertazione dei tamponi, ad esempio è urgente refertare i pazienti da pronto soccorso, per evitare che inizino una “migrazione” tra ospedali che mette a rischio sia i pazienti sia gli operatori”.

“Ogni giorno – aggiungono i sindacalisti – raccogliamo segnalazioni dai dipendenti sia pubblici che privati ai quali non vengono date indicazioni univoche rispetto al percorso a cui saranno sottoposti in caso di contatto con paziente o collega positivo senza aver indossato gli idonei Dpi, o che non sanno se e quando gli verrà fatto il tampone. Per quanto riguarda i Dpi la situazione è sicuramente migliorata, ma purtroppo arriva dalla protezione civile anche materiale poi giudicato non idoneo che sta riempendo i magazzini delle Aziende, creando ulteriori problemi di gestione. Ci segnalano, ad esempio, che le tute che dovrebbero essere indossate dal 118 sono arrivate non idrorepellenti, questo mette a serio rischio la sicurezza degli operatori. Le linee guida sull’utilizzo dei Dpi dell’istituto superiore della sanità del 28 marzo hanno eliminato la parola “idrorepellente” dai camici e tute, per cui pare non servano più, ma come può essere possibile che un DPI prima serva in un modo e poi in un altro, così come le mascherine Fpp2?”

I tre sindacati di categorie hanno chiesto che le mascherine chirurgiche vengano consegnate anche al personale amministrativo e tecnico della sanità e che venga anch’esso sottoposto a screening, perché è continuamente a contatto con il personale sanitario, ma ad oggi ancora nessuna risposta.

“Dobbiamo entrare nella fase 2, anzi, ci dicono che ci siamo già – commentano i tre segretari provinciali – ma le premesse di una corretta gestione a nostro avviso non ci sono, nonostante tutti gli sforzi fatti finora. E’ necessario un coordinamento unico, vero tra le Aziende Sanitarie del nostro territorio e il Dipartimento di Sanità Pubblica dovrebbe esserne il cuore pulsante, ma ad oggi vi è ancora troppa, tanta confusione. Ovviamente per noi la Regione deve fare uno sforzo maggiore rispetto la consegna dei Dpi secondo i giusti e necessari standard qualitativi e fornire a tutti i territori il numero adeguato di kit per gli screening necessari alle Aziende tutte, dagli ospedali pubblici a quelli privati, alle Cra/Rsa, alle ditte in appalto per le pulizie, i trasporti in emergenza per mantenere alti i livelli di sicurezza ovunque, perché di strutture pulite non ce ne sono, ma sono tutte potenzialmente infette. L’unico modo per affrontare questa situazione, diventata purtroppo di quotidiana ed ordinaria emergenza, è quello di lasciarci alle spalle buone intenzioni e proclami, e di mettere realmente a regime un sistema chiaro di prevenzione-protezione e gestione, che ci possa far affrontare con le armi necessarie questa battaglia contro un nemico tanto subdolo quanto così potente da aver spezzato ogni nostra certezza”.

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