Attualità
3 Aprile 2020
Cgil, Cisl e Uil si appellano al prefetto: "Ignorati colf, badanti e tutti i lavoratori precari che hanno permesso di soggiorno non di lungo periodo"

Buoni spesa, sindacati all’attacco: “Discriminati gli stranieri”

di Redazione | 2 min

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“Un’odiosa classifica basata su status e non sul bisogno che esclude un’importante parte della cittadinanza, quella straniera”. È in questi termini che Cgil, Cisl e Uil Ferrara leggono i requisiti comunicati dal Comune di Ferrara per l’assegnazione dei buoni spesa nell’emergenza coronavirus.

“Confidiamo sul fatto che possa esserci stata una clamorosa svista – commentano i sindacati – perché se così non fosse ci troveremmo di fronte ad un inaccettabile esercizio di discriminazione, ancor più inaccettabile in tempo di emergenza sanitaria, sociale ed economica”.

Prevedere quali requisiti “in ordine di priorità: avere cittadinanza italiana; avere cittadinanza di uno Stato appartenente all’Unione Europea; essere in possesso della cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione Europea con permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; essere in possesso di una carta di soggiorno per familiare, comunitario o extra comunitario, di cittadino dell’Unione Europea” – elencano i sindacati -, oltre a rappresentare un’odiosa classifica basata su status e non sul bisogno, significa escludere un’importante parte della cittadinanza – quella che vive la condizione di maggiore precarietà – da una fondamentale misura emergenziale di coesione sociale”.

“Per quale motivo dovrebbe essere ignorato da una misura emergenziale alimentare un cittadino straniero che ha perso il lavoro e si trova in difficoltà, solo perché in possesso di un permesso di soggiorno diverso da quello per soggiornanti di lungo periodo? Magari una delle tante colf e badanti che stanno perdendo il lavoro senza essere coperte da alcun ammortizzatore sociale?” si domandano le segreterie provinciali.

“Non è tempo di ciechi populismi e di propaganda, è tempo di fare il proprio dovere istituzionale per rispondere alle esigenze di una collettività. Chi amministra ha il dovere costituzionale di agire per rimuovere le disuguaglianze nell’interesse di tutti, non di vivere il proprio ruolo come esercizio del potere per decidere a proprio piacimento chi lasciare alla fame e chi no. C’è un limite a tutto, e qui lo si è oltrepassato” assicurano Cgil, Cisl e Uil che si appellano al prefetto “perché intervenga come rappresentante dello Stato per riportare le azioni di questa Giunta all’interno degli obiettivi dell’ordinanza della Protezione Civile e di un ordinamento democratico”.

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