Attualità
29 Marzo 2020
Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl: “Nonostante l’importante traguardo raggiunto, resta ancora molto da fare”

I sindacati: “Bene gli screening ai sanitari, ma i dispositivi di protezione sono insufficienti”

di Redazione | 3 min

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(archivio)

Bene le nuove misure di tutela degli operatori sanitari di Ausl e Sant’Anna, ma rimane molto da fare in materia di fornitura di dispositivi di protezione individuale.

Nonostante un primo importante risultato raggiunto, non cantano vittoria Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl dopo la comunicazione delle due aziende sanitarie dell’avvio delle misure di prevenzione e screening del Covid-19 a tutela del personale sanitario, chieste a gran voce a livello nazionale anche con una petizione lanciata dai sindacati confederali che ha toccato le 22.500 adesioni.

“Nonostante l’importante traguardo raggiunto, resta ancora molto da fare in tema di dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici, tute idrorepellenti, copricalzari), il cui numero continua ad essere insufficiente rispetto alle dimensioni ormai raggiunte dall’emergenza e soprattutto in relazione al grado di virulenza del Covid-19, nonostante le dichiarazioni fatte dal commissario Venturi nelle aziende non arrivano sufficienti Dpi – lamentano i sindacati -. Come da richiesta già formulata alle aziende sanitarie pubbliche ferraresi, sapendo che nel frattempo si sono comunque attivate, evidenziamo infine, l’importanza di attivare convenzioni con strutture alberghiere o similari, come già fatto in altre province della nostra Regione, in modo da consentire agli operatori sanitari di poter usufruire di tali strutture nel caso fossero posti in quarantena oppure avessero necessità di allontanarsi dal nucleo famigliare dal momento che quotidianamente sono i primi ad essere esposti a rischio di contagio per sé stessi e per gli altri”.

Sul tema ricordiamo che la Regione ha stanziato venerdì 50 milioni di euro per l’acquisto proprio dei dispositivi Dpi.

Nel frattempo, come detto e come già annunciato dal dg del Sant’Anna Tiziano Carradori nella risposta al sindacato Nursing Up, sono state attivate le misure di screening che prevedono per gli operatori sanitari esposti accidentalmente e/o in quarantena il tampone dopo 72 ore e controllo successivo a 7 giorni dall’esposizione. Per gli operatori sanitari con sintomatologia di febbre minore o uguale 37.5, raffreddore, tosse secca, lieve diarrea verrà effettuato un tampone al fine di mantenere un livello di sicurezza in aree Covid-Free e di potere intervenire quanto più velocemente possibile nella prevenzione della diffusione. Per gli operatori sanitari in aree Covid/sospetto verrà fatto un tampone periodico ogni 15 giorni.

In più verrà effettuato il monitoraggio quotidiano della temperatura corporea  e in caso di misurazione maggio di 37.5 gradi scatta l’isolamento e l’esecuzione del tampone.

“Questa è una misura di tutela/prevenzione imprescindibile, che da tempo invochiamo a tutti i livelli – affermano i sindacati -. Serve a tutelare la salute e l’incolumità di tutti gli operatori sanitari che ogni giorno instancabilmente combattano in prima linea per fronteggiare un’emergenza sanitaria senza precedenti, e ciò anche per evitare che gli stessi diventino un veicolo inconsapevole di contagio, mettendo così a rischio la salute dei pazienti di cui si prendono cura e dei loro stessi famigliari”.

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