Politica
28 Marzo 2020
Tutela della salute delle persone e uscire dall'emergenza sanitaria il primo obiettivo. Il piano prevede 5mila tamponi al giorno. Tante le proposte emerse da maggioranza e opposizione

Prima seduta telematica in Regione, Bonaccini: “Nuova controffensiva al Coronavirus”

di Redazione | 9 min

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“Un minuto di silenzio per le vittime del coronavirus e un sentito ringraziamento agli operatori sociosanitari, medici, infermieri, volontari in prima linea nell’emergenza”.

La presidente Emma Petitti ha aperto così la prima seduta dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna riunitasi virtualmente in modalità telematica con i consiglieri collegati da casa. Si tratta della prima volta in assoluto in Italia per un parlamento regionale. In risposta all’emergenza Coronavirus, l’istituzione si è attivata per garantire il pieno funzionamento dei suoi organi consentendo a ciascun consigliere di votare e intervenire da remoto. Emma Petitti ha presieduto l’aula virtuale da viale Aldo Moro, a Bologna, affiancata da un ristretto team di dirigenti e funzionari, nel rispetto delle distanze regolamentari a garanzia della salute di tutti i presenti.

“A un mese dalla seduta di insediamento del parlamento regionale – ha affermato la presidente Petitti – abbiamo operato per continuare a garantire la piena funzionalità della nostra istituzione in un momento così delicato. La prima seduta dell’Assemblea in modalità telematica rappresenta un unicum nel nostro Paese. L’emergenza Covid-19 non ha fermato la nostra istituzione. Abbiamo continuato a lavorare per cercare soluzioni e siamo soddisfatti di aver raggiunto questo risultato. Oggi, con l’elezione dei presidenti delle Commissioni, l’Assemblea potrà operare a pieno regime. Dalla settimana prossima siamo in grado di far partire le sedute di commissione e pertanto l’attività legislativa. Mi preme precisare che l’Assemblea non si è mai fermata. L’ufficio di Presidenza ha continuato a riunirsi regolarmente, in via telematica, e ha provveduto a tutti gli adempimenti per mettere in moto la macchina istituzionale. Dall’insediamento a oggi l’Ufficio di presidenza e la Conferenza dei capigruppo hanno tenuto 12 sedute. I consiglieri hanno presentato un centinaio di atti ispettivi e una trentina di atti d’indirizzo”.

Lungo, approfondito e ricco di proposte il dibattito sull’emergenza coronavirus seguito alla comunicazione del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che ha puntato su ascolto della comunità scientifica, stretto raccordo con il Governo e le Istituzioni, insieme a un ampio coinvolgimento dei territori e di tutte le forze politiche in Regione, maggioranza e opposizione. E un obiettivo che davanti a una pandemia di queste proporzioni, deve necessariamente essere al primo posto: “La tutela della salute individuale e collettiva e l’uscita dall’emergenza sanitaria”.  Intervenendo questa mattina in Assemblea legislativa, il presidente Stefano Bonaccini ha fatto il punto della situazione in Emilia-Romagna, ripercorrendo la direzione di marcia seguita per fronteggiare la pandemia Covid-19Bonaccini ha illustrato ai consiglieri regionali riuniti sulla piattaforma digitale i principali provvedimenti assunti in queste settimane. Da quelli sanitari – con il piano di potenziamento dei posti letto e degli organici di medici e infermieri – a quelli sul fronte economico e sociale. Con l’attivazione immediata degli ammortizzatori in deroga, le misure per l’accesso al credito a tasso zero per il sistema impresa, i provvedimenti a sostegno delle famiglie e delle persone fragili, con fondi straordinari e anticipati per i Comuni, oltre a contributi liquidati e scadenze prorogate in tuti i settori, dalla cultura allo sport, fino alla ricostruzione post sisma.

Dopo “una fase iniziale inevitabilmente difensiva”, il presidente ha poi illustrato la nuova strategia della Regione per uscire dall’emergenza sanitaria. Da un lato la “controffensiva al virus” avviata a Medicina, nel bolognese, con la sperimentazione farmacologica per curare i pazienti positivi direttamente a casa loro per prevenire il peggioramento e quindi l’arrivo in ospedale in condizioni spesso irrecuperabili, che potrà essere estesa al resto dell’Emilia-Romagna. Dall’altro, un piano che prevede 5mila tamponi al giorno per estendere il monitoraggio sulle categorie a rischio, a partire dagli operatori sanitari e sociosanitari, al quale potranno a breve essere affiancati test sierologici, in modo complementare e più diffuso, sugli asintomatici.

“Tra le cose che questa emergenza ci insegna è che un grande sistema sanitario, pubblico e universalistico, è un bene essenziale, tanto più in una società globale esposta a maggiori rischi di diffusione delle malattie”, ha ricordato il presidente della Regione, che ha rivolto un ringraziamento a medici e infermieri, volontari e operatori di Protezione civile, forze dell’ordine, Polizie locali, lavoratrici e lavoratori dei servizi essenziali e a tutti coloro che sono attivi nell’emergenza a sostegno della comunità.

“È una situazione straordinaria per la Regione e per il Paese, e lo dimostra il fatto che stiamo seguendo i lavori in modalità telematica. È la prima volta che accade per un consiglio regionale”, ha commentato Silvia Piccinini (M5s), che ha sottolineato la necessità di proseguire con una linea di rigore e responsabilità collettiva. La consigliera, poi, ha portato l’attenzione sulla necessità di intervenire con politiche ambientali strutturali: “Studi attendibili evidenziano la correlazione tra inquinamento e diffusione del contagio e la Pianura padana è tra le zone più inquinate d’Italia. Non ci può essere chiusura sul tema e non possiamo difendere gli interessi di pochi”, ha rimarcato la pentastellata. “Dovremo lavorare per migliorare la qualità dell’aria, per un sistema sanitario pubblico, per rilanciare il turismo e per un’Europa migliore.”

Un commissario ad acta per l’economia, la cassa integrazione in deroga portata al 100%, liquidità per le partite Iva, l’azzeramento dell’Irap e del bollo auto, l’accelerazione dello sblocca cantieri, incentivi a comprare prodotti regionali, specie agricoli, tramite il riconoscimento del marchio “Made in Emilia-Romagna. Queste sono alcune fra le proposte significative che arrivano dalla Lega. Il capogruppo Matteo Rancan ha portato l’attenzione, in particolare, sul capitolo ‘lavoro’, chiedendo anche di “dare la possibilità ai Comuni di spendere l’avanzo di bilancio”. Il leghista, inoltre, ha sollecitato la Regione ad accelerare le procedure per effettuare il maggior numero possibile di tamponi: “Non si è ancora superata la soglia promessa dei 50 mila. Bene a Piacenza, dove gruppi di medici vanno a fare tamponi in casa, ma bisogna iniziare a farli anche agli asintomatici”. E chiede l’esenzione totale del ticket per chi viene contagiato sul luogo di lavoro. Infine, il welfare: “Bisogna pensare – sottolinea Rancan – ai bambini e ai ragazzi che non vanno a scuola, specie ai disabili, per seguire i quali serve una linea politica d’intervento comune da parte della Regione per tutto il territorio”.

“La situazione è difficile, ma abbiamo il dovere di stabilire le priorità e prima di tutto viene il diritto alla salute dei cittadini”, ha rimarcato la capogruppo dem Marcella Zappaterra. “Dobbiamo riflettere su questo: che sanità vogliamo? Il sistema sanitario emiliano-romagnolo sta reggendo all’emergenza. Merito della programmazione, ma ha giocato un ruolo fondamentale anche l’importanza che la nostra Regione ha dato alla medicina di prossimità e agli investimenti sui big data”. Ora, ha sottolineato la consigliera del Pd, l’attenzione deve andare alle persone fragili, alla continuità didattica e all’economia: “Faremo la nostra parte come Regione, ma dovranno esserci anche il Governo e l’Europa. Bene le azioni di supporto alle imprese, al turismo, alle famiglie e alla cultura e alla ricostruzione post-sisma. Nessuno deve perdere il lavoro e torneremo a competere come facevamo prima”.

Secondo Marco Lisei (Fdi) “l’incapacità di rendere uniformi i provvedimenti, dato che c’è stata una vera e propria gara tra governo e Regioni a chi interveniva prima, ha creato confusione nei cittadini”. Così come, secondo il capogruppo, “qualcosa non ha funzionato nemmeno sui dispositivi di protezione e sui tamponi”. Ora, ha chiesto Lisei, dobbiamo “tutelare chi ci cura cioè gli operatori sanitari; in questa direzione, ci trova pienamente d’accordo la scelta della Regione di aumentare il numero dei tamponi, così come la decisione di varare misure economiche più consistenti sotto il profilo finanziario, la cui operatività ed efficacia devono essere rafforzate”.

Tutelare le libertà individuali, contrastare le violenze domestiche, sostenere i lavori autonomi e la cultura. Secondo Giulia Pigoni (lista Bonaccini) “bisogna fare presto, non dimenticare nessuno e riavviare il sistema il prima possibile”. La capogruppo si è soffermata sulle limitazioni della libertà dei cittadini, che “devono essere limitate nel tempo e non prorogabili”, e sui risvolti psicologici dell’emergenza. A partire dalle violenze su donne e minori: “Sono in calo le richieste d’aiuto, servono più risorse per i centri antiviolenza”. Per quanto riguarda l’economia, l’attenzione è andata in particolare al settore delle ceramiche di Sassuolo, nel modenese, ma non solo: “Serve un piano straordinario per gli investimenti, perché le risorse pubbliche non sono infinite, e un contributo più consistente per lavori autonomi e partite Iva. E poi ripartiamo dalla cultura, che sarà un settore strategico per la ripresa.”

Secondo Silvia Zamboni (Europa Verde) “emerge la centralità della sanità pubblica, anche secondo chi, in passato, puntava il dito”. A dimostrazione, la consigliera ha evidenziato l’esempio dell’ospedale di Lugo, oggi ospedale Covid-19: “In passato ha rischiato di essere privato della terapia intensiva, ma la battaglia per mantenere quel reparto è stata decisiva, dunque è decisivo spendere in maniera corretta il denaro pubblico partendo dal bisogno reale, se non ci si vuole poi trovare in emergenza”. Infine, ha riportato l’attenzione sull’ambiente: “Avere i polmoni già messi a dura prova dallo smog forse ci ha resi più vulnerabili di fronte al virus”.

Sanità, lavoro, anziani ed educazione sono le quattro questioni che ha sollevato Valentina Castaldini (Fi). Per quanto riguarda la sanità, la consigliera ha sottolineato che ”da tutti i territori ci viene chiesto chiarezza nelle comunicazioni delle istituzioni pubbliche e che tutti i dati vengano divulgati al fine di una migliore comprensione della situazione. Ma c’è anche la questione della quarantena. Non tutti – ha sottolineato la capogruppo – hanno la possibilità di farla e non hanno condizioni adeguate in cui vivere: pensiamo anche a loro”. Per quanto riguarda il lavoro, la forzista ha evidenziato che “è vero che è stato fatto un passo importante con la cassa integrazione, ma non può essere anticipata dal datore di lavoro”. Secondo Valentina Castaldini gli “anziani sono l’emergenza più importante, al pari dell’emergenza sanitaria”. Infine, l’educazione: “Stiamo vivendo- ha concluso- un momento in cui molti docenti stanno provando a dare un servizio anche di livello eccellente, ma le famiglie i cui figli frequentano le scuole paritarie non possono essere trattate diversamente”.

“Un mese per convocare una seconda Aula? Un ritardo inaccettabile”, secondo Michele Barcaiuolo (Fdi), che punta il dito anche contro la convocazione delle conferenze dei capigruppo, spesso successive all’emanazione delle ordinanze ragionali. Il consigliere sollecita poi la Giunta a effettuare più tamponi e a rifornire sanitari, forze di sicurezza e lavoratori di dispositivi di protezione individuale adeguati. “Il nostro sistema sanitario sta reggendo o è in sovraccarico?” chiede l’esponente di Fdi. “La Regione- aggiunge- intervenga affinché si possano riunire, anche da remoto, i consigli comunali, chiamati ora ad approvare il bilancio”. E riguardo all’Europa sottolinea: “Oggi serve che faccia quello che non ha mai fatto.”

Secondo Igor Taruffi (ERCoraggiosa) “la Giunta ha spinto il governo verso direttive più rigide, anche quelle che hanno riguardato l’uscita di casa delle persone”. Con una pecca, però: “andavano chiuse prima le aziende”. Se emerge qualcosa di decisivo da questa pandemia, per il capogruppo è “l’importanza della sanità pubblica, nostra vera stella polare, che deve tornare a essere la destinataria di tutti gli investimenti in materia di politiche sanitarie”.

Giancarlo Tagliaferri (Fdi) sollecita una legge regionale per aiutare economicamente le zone più colpite della regione come il territorio di Piacenza, al fine di ripartire con forza quando sarà superata l’emergenza.

Giulia Gibertoni (M5s), infine, parla di “emergenza sottovalutata” e punta il dito contro i tagli operati negli anni dalla Regione al sistema sanitario, anche, ma non solo, per adempiere a norme nazionali. La consigliera, in particolare, sollecita la Giunta a fare chiarezza sulle certificazioni necessarie alle aziende che stanno riconvertendo la propria produzione per realizzare dispositivi di protezione individuale e sulla situazione in cui versano le persone, specie bambini e adolescenti, con gravi disabilità, private dei servizi di welfare a causa delle restrizioni emanate per contrastare il contagio. Dopo aver richiamato l’attenzione dell’esecutivo regionale sulla situazione delle strutture per anziani, la pentastellata invita la Giunta “a sottoporre a tampone chi si sposta per motivi di lavoro”.

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