Politica
19 Febbraio 2020
Il sindaco si complimentava con i suoi per gli attacchi a giornale e giovani precari: "Siete fantastici!"

Shitstorming contro Estense.com. Alan Fabbri sapeva e approvò

di Marco Zavagli | 4 min

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Era facile prevedere che lo shitstorming della Lega contro Estense.com non avesse come unica paternità quella di Michele Lecci. Il dito dell’odierno portavoce del sindaco era guidato secondo uno schema preciso: cercare di screditare chi aveva osato pubblicare il curriculum penale di Nicola ‘Naomo’ Lodi.

La gravità ancor maggiore è che a giostrare i fili di quello che diventerà un vero e proprio linciaggio mediatico erano i massimi esponenti della Lega di Ferrara. E anche le liste collegate e partiti alleati ne erano a conoscenza.

La chat utilizzata da Lecci per veicolare l’ormai tristemente famoso messaggio di shitstorming non era l’unico canale utilizzato per raggiungere quanti più simpatizzanti e militanti possibile. Da altre chat scopriamo che lo stesso Lodi pubblicò il 7 maggio 2019 (in attesa dell’uscita dell’articolo che rivelava il suo passato giudiziario) un dispaccio quasi speculare.

Negli screenshot qui sotto si può leggere il testo completo. Nel gruppo whatsapp “Lega sezione di Ferrara” Naomo chiamava tutti a raccolta “(nessuno escluso) alla prima grande prova di compattezza del nostro credo politico”. In ballo, scrive, c’è “l’ennesimo attacco politico intimidatorio contro di me da parte di estense.com”, “un attacco duro ma soprattutto tendenzioso e completamente falso in molti casi”.

I lettori scopriranno che il falso non proveniva da queste pagine. Intanto però Naomo, come a suo tempo Lecci, catechizzava i suoi contro “un articolo fazioso di una stampa al servizio di una precisa corrente politica che ha attivato la macchina del fango”.

Viene quindi la strategia, che a differenza del messaggio di Lecci si ferma solo alle prime due fasi: la “strategia web” e la “strategia Facebook”.
Naomo conclude con un’altra menzogna: “Il mio casellario è pulito come avete potuto notare, ed è a questo che tutti i giornalisti e la legge devono attenersi […]. Avanti tutta!”.

Questo il messaggio che viene postato in più gruppi alle 20:54. Un minuto dopo arriva il prima commento. È di Alan Fabbri.

Cosa avrà replicato il sindaco? Seguendo l’articolo 54 della Costituzione (“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”) o la Carta di Pisa che enuclea il Codice etico per gli amministratori locali (operare con diligenza, lealtà, onestà, trasparenza, correttezza e imparzialità), non dovrebbero esserci dubbi.

E invece ecco la risposta: “Ottimo! Avanti verso la vittoria”.

È ben vero che Fabbri allora non era ancora sindaco di Ferrara. Ma era, oltre a segretario provinciale della Lega, capogruppo in Regione del Carroccio. Un amministratore insomma.

Sempre dalla chat della “Lega sezione di Ferrara” appendiamo anche in cosa consistevano le fasi successive, che il portavoce del sindaco non ebbe mai il coraggio di rivelare pubblicamente. È il 7 maggio e tutti attendono in trepida attesa l’uscita degli articoli per scatenare l’inferno social. Lecci scrive alle 20:59: “avanti tutta ragazzi. Più tardi invierò una foto che potrete utilizzare negli attacchi”. E alla mezzanotte e 11 minuti, appena uscito il pezzo sui guai giudiziari di Naomo, ecco di nuovo Lecci: “Uscito! fuoco fuoco fuoco fuoco”.

In realtà l’improvvisato shitstormer aveva sbagliato articolo, ma tant’è. Poco dopo si accorgono che la loro strategia era stata smascherata da una ‘talpa’. Lecci è incredulo: “chi ha fatto la spia?”. Si passa alle prevedibili offese all’“infame”, seguite da commenti irripetibili.

Naomo rassicura i partecipanti: “non è di questa chat”. Scatta allora la caccia al “vigliacco di m…..”. I leghisti riflettono sul fatto che anche le altre quattro liste alleate “sapevano quello che dovevamo fare”. Fabbri cerca di riportare la calma: “tutte str…..e! Avanti”.

Alla fine Lecci svela l’arcano: “è il gruppo Ferraracambia ragazzi. Non è qui la talpa. Tranquilli”. I successivi commenti sulla lista di Andrea Maggi farebbero accapponare le setole a un cinghiale e non è il caso di riportarli. È ancora Alan Fabbri a predicare pazienza in vista dell’obiettivo da raggiungere a tutti i costi: “Tranquilli! Non conta nulla se non il risultato finale. Calma e sorriso sulla faccia. Nicola è nel giusto, questo conta”.

Il mattino successivo, l’8 maggio (data che nella storia ha avuto più gloria), con poche ore di sonno sulle spalle, il portavoce del sindaco è più attivo che mai: “vi creo io l’immagine da mettere”. La prima che arriva è il cameo di Naomo con la scritta “6 articoli falsi e tendenziosi ecc…”. L’urgenza era impedire che gli elettori credessero che il vicesindaco fosse pluripregiudicato.

Fabbri si complimenta: “Siete fantastici! Ottima reazione ad attacchi voluti e falsi”.

Per la cronaca, il “sindaco di tutti” – così come Naomo – era stato avvisato dalla redazione giorni prima dell’uscita dell’articolo, proprio per avere una replica contestuale. Allora la risposta fu: “non c’è problema, se qualcuno in passato ha sbagliato è giusto che se ne assuma la responsabilità”. Sic transit gloria mundi.

Tornando alla mattina dell’8 maggio, verso le 10.30 l’indaffarato portavoce annuncia che “a breve vi mando altra foto per mettere in relazione estense con il Pd”. E arriva la foto dei due nostri giovani collaboratori precari che finiranno nel tritacarne della Lega. Lecci è soddisfatto: “andate e moltiplicatevi? teniamo d’occhio la bacheca di Modonesi”.

Lecci a questo punto si raccomanda di “non commentare su estense.com, stanno avendo pochissimo riscontro”. Alla fine la storia non gli darà propriamente ragione: l’articolo in questione diventerà uno dei più letti nei 15 anni di vita del giornale.

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