Solo un anno fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità accendeva i riflettori su alcuni temi in particolare che destavano non poca preoccupazione. Tra questi ricordiamo l’aumento dei casi di morbillo che, su scala mondiale, erano diventati il triplo rispetto al 2018. A quanto pare però possiamo tirare un sospiro di sollievo soprattutto se analizziamo la situazione in Europa.
Il Sistema europeo di sorveglianza riferisce, infatti, che i casi di morbillo sono calati considerevolmente dal 1°dicembre 2018 al 30 novembre 2019. In questo periodo sono stati registrati nel nostro continente ben 13.560 casi di morbillo in meno. I Paesi, neanche a dirlo, ove invece si è verificato un aumento sono quelli in cui la percentuale di vaccinazione è più bassa. Tra questi spicca la Slovenia.
Per quanto riguarda l’Italia vi è un aspetto positivo ed uno negativo, poiché i casi sono in diminuzione, ma il numero delle persone contagiate resta comunque elevato se lo consideriamo in proporzione al numero degli abitanti. Ricordiamo anche che il morbillo rende immuni coloro che l’hanno già contratto in passato.
D’altra parte però il ricordo della malattia durante la fase dell’infanzia può essere falsato. Fino a qualche decennio fa, infatti, il morbillo veniva spesso confuso dai medici con altre malattie affini, come la dermatite. Pertanto è opportuno, soprattutto per chi non è sicuro di esserne davvero immune, ritrovare una certificazione che attesti l’avvenuta vaccinazione.
Quest’ultima può essere, infatti, eseguita anche in età adulta e, come in molti altri casi, è importante soprattutto per arginare il rischio contagio. È essenziale costituire cioè una vera e propria barriera difensiva per i soggetti affetti da alcune patologie specifiche, che per questo non possono vaccinarsi o portare avanti terapie contro il morbillo.
Per il futuro dunque anche nell’immaginario collettivo si dovrà fare leva sull’idea di una prevenzione vaccinale che abbracci non solo i bambini ma anche gli adulti. In linea di massima si raccomanda di informarsi tempestivamente o effettuare esami specifici già alla prima comparsa di macchie rosse sulla pelle. Un’analisi superficiale o un giudizio affrettato potrebbero, infatti, compromettere la nostra salute e quella degli altri.
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