Du iu śpich frares?
1 Gennaio 2020

Dàr al Bònàno

di Maurizio Musacchi | 2 min

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Carissimi amici del dialetto di Ferrara e delle tradizioni. Un tempo, noi bambini andavamo a “dàr al bònàno”(augurare buon anno). Ci si alzava all’alba per andare a suonare i campanelli delle abitazioni, per primi, perché si credeva portavamo più fortuna. Ma probabilmente perché di soldini a disposizioni dei portatori di tale beneaugurio, ce n’erano pochi e finivano presto. Questa tiritera (veniva pure cantata) che vi propongo, con foto d’epoca, vuol essere testimonianza-ricordo d’un tempo, purtroppo per me, ormai molto lontano.

Ecco la tiritera ben augurante. Romano Mingozzi, gentilmente, l’ha ripetuta per voi, canticchiandola come facevano i bambini per augurare il Buon Anno. O anche le mamme o le nonne, per addormentarci.

SGNÓRA PADRÒNA
(Pr’auguràr al Bòn Àn cantànd)
Sgnóra padròna,
l’as méta ’na pitóna,
al la méta bén bén
che st’altr’an a turnarén,
a turnarén còn la cariòla,
a purtarén vìa vòstra fiòla,
a turnarén còl cariulón,
a purtarén vìa vòstar nunón !
La guàrda int la cardénza
la tróva dì luìn;
la m’in dàga zinquanta,
ch’à m’impinìs la pànza,
la m’in dàga duśént
ch’à vàgh vìa più cuntént.
BÒN ÀNO !

SIGNORA PADRONA
(Per augurare il Buon Anno)
Signora padrona,
ingrassi una tacchina,
lo faccia molto bene
che l’anno prossimo torneremo,
torneremo con la carriola,
porteremo via vostra figlia,
torneremo con il carriolone,
porteremo via il nonno !
Guardi nella credenza
troverà dei lupini;
me ne dia cinquanta,
che mi riempio la pancia,
me ne dia duecento
che vado via più contento.
BUON ANNO !

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