Seimila sardine. Tutte strette strette sui ciottoli di piazza Castello. Seimila e forse anche di più, in punta di pinna. Così Ferrara ha risposto presente alla mobilitazione del neonato movimento nazionale che sta riempiendo le piazze d’Italia, compresa da oggi quella ferrarese, contro le politiche di Salvini e della Lega.
La piazza si riempie lentamente ma alle 20 in punto è stipata di pesciolini giovani e meno giovani sotto lo slogan ‘Ferrara si deve slegare’ e sotto decine e decine di sardine di cartone grandi e meno grandi, tutte coloratissime.
Lorenzo Donnoli, il ‘capobanco’, ringrazia da subito Patrizia Moretti e Ilaria Cucchi per essere scese in piazza e salite sul furgoncino che funge da palco a due passi da piazzetta della Repubblica.
“Siamo qui contro la prevaricazione del più forte contro il più debole. Battiamoci insieme per i diritti umani di tutti, specialmente degli ultimi”, scandisce la sorella di Stefano Cucchi.
A dettare le ragioni della protesta – seguita dall’alto anche da alcuni curiosi negli uffici comunali – è lo stesso Donnoli: “Responsabilità è la nostra parola fondamentale, siamo rimasti per troppo tempo storditi e immobili da una propaganda ingiusta che soffia sull’odio e racconta bugie. Il vento di violenza – continua – non risparmia l’Europa ma noi rispondiamo con la protesta popolare, con la richiesta di serietà e concretezza”.
“A Ferrara – dice Donnoli con forza di fronte alla ‘marea umana’ di piazza Castello, dopo aver ricordato gli eccidi consumati dai fascisti proprio davanti al monumento simbolo della città e al Doro – è ancora più importante perché qui la Lega e la destra estrema già governano, in più abbiamo un sindaco che si finge dialogante solo nei toni. Viene messa in dubbio l’identità di cultura e socialità, ma anche il centrosinistra con mediocrità non è riuscito a salvare i risparmi dei ferraresi”.
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Toberta Fusari in mezzo alle sardine
Tocca ancora ai convitati di pietra, Salvini e la Lega – “che passano il loro tempo a parlare di mafia nigeriana e alimentare l’odio razziale senza preoccuparsi della mafia italiana o della disoccupazione” – far guizzare la protesta delle sardine ferraresi.
“Siete bellissimi, viva la società civile che resiste, viva Ferrara!”, è l’ultimo messaggio di Donnoli, mentre gli attivisti ittici, con sardine tra le mani e sopra la testa, condiscono le accuse con il grido “vergogna, vergogna”.
Il sentire comune, reso esplicito da una studentessa, è che ci sia “bisogno di risvegliare le coscienze: la nostra è un’onda lunga, senza capi e capitani, ma con idee buone e rispetto reciproco. Siamo stati in silenzio per troppo tempo”.
“Siamo stanchi del populismo”, aggiunge nel suo intervento Adam Atik, “e della politica che lavora solo per i propri interessi”, interviene anche Arianna Poli, attonita di fronte a un’amministrazione leghista che “toglie le panchine e mette i crocifissi, si aumenta gli stipendi mentre piove nelle scuole”.
A chiudere la mobilitazione, per certi versi epocale in una città solitamente sonnacchiosa e conformista come Ferrara, è il Coro delle mondine di Porporana che ha aderito “per cantare i valori della Costituzione e della Resistenza”. Particolarmente significativa la versione di ‘Bella ciao’ contro i femminicidi
Verso le 21.15 le sardine iniziano a disperdersi con una piccola grande consapevolezza: “Questa piazza oggi ci dà speranza”.
GUARDA IL VIDEO DELLA MOBILITAZIONE
IL VIDEO DELL’INTERVENTO DI LORENZO DONNOLI
ILARIA CUCCHI INTERVIENE A SORPRESA
I VOLTI DELL’ONDATA DELLE SARDINE
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