Politica
21 Novembre 2019
L'assessore 'sfida' il vicesindaco: "Bastano azioni di buon senso per risolvere la situazione prima di primavera". Faccia a faccia tra comitato residenti e Azione Universitaria in vista del flash mob

Balboni frena la chiusura di piazza Verdi: “Sarebbe un errore”

di Elisa Fornasini | 3 min

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La giunta si spacca sulla gestione della movida in piazza Verdi. Da una parte c’è il vicesindaco Nicola Lodi che, insieme agli assessori Matteo Fornasini e Cristina Coletti, tira dritto sulla chiusura notturna della piazza, dall’altra c’è Alessandro Balboni che, forte della delega all’università, mette un freno al progetto per le recinzioni.

L’assessore rompe gli indugi durante l’incontro con il presidente del “Comitato residenti piazza Verdi e comparto medioevale” e con i rappresentanti di Azione Universitaria che proseguono la raccolta firme in vista del flash mob di questa sera, mercoledì 20 novembre, per sensibilizzare i coetanei a una “movida rispettosa e responsabile“.

“A questo punto chiudere la piazza sarebbe un errore perché vuol dire spostare la massa di studenti da un luogo facilmente controllabile verso le vie intorno, dove i controlli sarebbero evidentemente più difficili da mettere in atto” esplica Balboni che tenta di riaprire la via del dialogo con l’amministrazione: “Mettendo in campo azioni di buon senso, si arriverà a risolvere la situazione prima di primavera e quindi presumibilmente non ci sarà bisogno di mettere le cancellate, con un risparmio per le casse comunali”.

Le soluzioni da sperimentare prima di arrivare alla barriera metallica alta un metro e dieci sono state ripetute da residenti e commercianti fino allo sfinimento: bagni pubblici, che siano chimici o in muratura poco importa al fine, telecamere promesse e mai installate, e controlli della polizia municipale fino a mezzanotte in una funzione preventiva prima ancora che repressiva (anche se l’inasprimento delle multe pare mettere tutti d’accordo).

Misure rivendicate da Silvestro Delle Cave, presidente del comitato dei residenti, e da Edoardo Luigi Manfra, presidente di Azione Universitaria, che mostra le 853 firme raccolte in appena due giorni, “e sarebbero state più di mille se non fossero spariti 17 fogli, ma non è la prima volta che veniamo boicottati”.

La raccolta firme nelle aule contro la “decisione unilaterale” di chiudere piazza Verdi fa il paio con la mozione presentata al consiglio degli studenti e che “speriamo sia appoggiata nell’interesse collettivo studentesco” rivela Manfra, che non ne fa “una questione di colore ma di esigenze che rispettino l’equilibrio tra residenti, commercianti e studenti, descritti come barbari che si divertono a mettere a ferro e fuoco la città quando in realtà sono pochissimi balordi che macchiano la movida responsabile“.

A fronte della “mobilitazione impressionante a livello studentesco e di una rara unità di intenti tra due categorie diverse”, l’assessore Balboni assicura la sua presenza al flash mob delle 23 e una ripresa del dialogo con la sua giunta: “Lodi rifiuta di installare i bagni perché ci sono quelli dei locali? Ma alle due i bar chiudono e molti comprano alcolici in vetro nei negozi etnici in San Romano, e poi se si può costruire un cancello si può costruire anche un bagno in muratura, oppure mobile che sia. Sono sicuro che basti applicare misure di buon senso per avere una presa di coscienza e ristabilire la quiete pubblica perché parliamo di un’utenza ragionevole, mica come in piazza Verdi a Bologna”.

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