La movida in piazza Verdi non è solo molesta, è proprio “ingestibile e insostenibile”. È ciò che ha spinto alcuni abitanti esasperati a mobilitarsi e a costituirsi nel neonato “Comitato residenti piazza Verdi e comparto medioevale” per chiedere fondamentalmente tre soluzioni: installazione di bagni chimici, controlli della polizia locale e posizionamento delle telecamere.
Richieste avanzate anche dall’associazione Mayr+Verdi, ma la frattura con i commercianti è palpabile: “Gli esercenti hanno esigenze diverse rispetto alle nostre, loro hanno sancito un dialogo per la chiusura intorno alle 2 di notte quando finiscono di lavorare ma noi vogliamo dormire almeno da mezzanotte perché ci svegliamo presto la mattina per andare al lavoro. Siamo d’accordo su alcuni punti ma su fronti opposti per la vivibilità”.
A spiegare le problematiche è Silvestro Delle Cave, l’unico a metterci la faccia di un comitato che conta attualmente una ventina di iscritti e una settantina di adesioni verbali, tanti sono i firmatari di una petizione rimasta inevasa contro i “problemi di sicurezza e spaccio, ciliegina sulla torta della vecchia amministrazione”.
“Almeno tre giorni a settimana – il mercoledì, venerdì e sabato, racconta Delle Cave – viviamo la cattiva movida che usa le strade limitrofe, soprattutto via Pescherie Vecchie e vicolo del Leoncorno, come via della seta per comprare droga e alcolici in vetro, anche se vietati, come latrine a cielo aperto tra vomito e urina nauseabonda, addirittura come campo da calcio dove giocare a pallone e suonare strumenti musicali, provocando ovviamente schiamazzi fino a tarda notte“.
Il tutto innaffiato con alcol, tanto alcol: “Il dialogo con gli studenti universitari e gli altri frequentatori della piazza è stato interrotto per via del tasso alcolico eccessivo – interviene un’altra residente -: quando ci siamo lamentati ci hanno preso a insulti, sputi, vere e proprie aggressioni verbali, un ubriaco ha addirittura provato ad arrampicarsi sulla finestra… alcuni hanno iniziato a prendere sonniferi per riuscire a dormire, la situazione è esasperante”. E che porterebbe ulteriori strascichi: “Si stanno svalutando le case, ormai è difficile anche affittare”.
Insomma, “il problema non è la movida ma la sua gestione: non vogliamo la chiusura ma l’uso degli strumenti già disponibili, se poi non porta a niente allora si possono valutare decisioni estreme”. Le soluzioni adottabili prima di arrivare ai cancelli sono appunto “i bagni pubblici, le telecamere promesse e mai installate, e l’intervento massiccio della municipale per far rispettare il regolamento comunale che vieta schiamazzi dopo le 23 e vendita di bevande alcoliche in vetro, anche a minorenni”.
Presente alla prima uscita ufficiale del comitato anche l’assessore Alessandro Balboni: “È positivo che i residenti si siano organizzati così l’amministrazione può avere un interlocutore ufficiale. Gestiremo un problema che ci hanno lasciato altri usando il buonsenso e il dialogo tra commercianti, residenti e forze dell’ordine”.
Un momento di confronto è previsto già per giovedì pomeriggio, anche se all’ordine del giorno della riunione all’ex teatro Verdi non c’è la “battaglia contro i ragazzi molesti” ma una tematica strettamente sociale: la convivenza con Elisabeth, la senzatetto che è tornata ad accumulare rifiuti all’ingresso del teatro, ora Laboratorio Aperto.
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