Cronaca
31 Ottobre 2019
Nove enti locali della provincia estense lamentano di essere stati danneggiati dall'uso del conglomerato bituminoso contente sostanze nocive

‘Strade al veleno’, ammesse le costituzioni di parte civile dei comuni ferraresi

di Daniele Oppo | 2 min

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(archivio)

Sono state ammesse le costituzioni di parte civile di tutti i Comuni ferraresi coinvolti loro malgrado nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia sulle ‘strade al veleno’.

Le accuse. Alla sbarra vi sono tre imprenditori veneti accusati di avere, a vario titolo, gestito in maniera illecita rifiuti, utilizzati per la realizzazione del Concrete green, un conglomerato bituminoso a basso dosaggio di cemento, contenente in realtà sostanze nocive oltre i limiti di legge, impiegato su diverse strade interpoderali tra Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia. Secondo l’accusa, il  Concrete green veniva venduto come “conglomerato ecologico certificato” a un prezzo concorrenziale, ma non veniva sottoposto alla decontaminazione e quindi presentava sostanze pericolose oltre il limite, conferite in oltre settanta cantieri dove sono stati impiegate complessivamente più di 308mila tonnellate di materiale nel triennio 2014-2016.

Nove Comuni ferraresi sono parte civile. Nell’udienza di mercoledì mattina il gup del Tribunale di Venezia ha accolto tutte le richieste di costituzione presentate da circa una cinquantina di parti – incluse diverse associazioni ambientaliste – tra le quali ci sono nove Comuni ferraresi: Ferrara e Argenta che si sono affidati all’avvocato Riccardo Caniato; Bondeno, Vigarano Mainarda, Copparo, Codigoro e Poggio Renatico (costituitosi in extremis) con l’avvocato Denis Lovison e, infine, Comacchio e Mesola tramite l’avvocato Sebastiano de Feudis.

“Il giudice – spiega l’avvocato Lovison – ha accolto tutte le richieste, con la riserva però sul danno ambientale in senso stretto, perché la legge prevede che sia solo il ministero a potersi costituire per quello. Noi – afferma ancora – lamentiamo però un danno di immagine e un danno patrimoniale dato dal valore diverso del prodotto, che non aveva le caratteristiche pattuite e che altrimenti non sarebbe stato comprato”. Per quanto riguarda i Comuni assistiti dal Lovison la quantificazione dei danni patiti va dai 50mila ai 400mila euro.

Il gup ha rinviato l’udienza al prossimo febbraio, quando le parti discuteranno e presenteranno le loro richieste e il giudice deciderà se dichiarare il non luogo a procedere oppure se rinviare a giudizio gli imputati che potrebbero anche scegliere un più celere rito alternativo.

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