Eventi e cultura
27 Ottobre 2019
Mezzo secolo fa il primo piede sul nostro satellite e l'Università di Ferrara celebra l'anniversario con una mostra a Palazzo Turchi di Bagno

Spazio 2019. La Luna in mostra a Ferrara a cinquant’anni dallo sbarco

di Redazione | 4 min

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Cinquant’anni fa il primo piede sulla Luna. Eravamo appena usciti con Jurij Gagarin dalla nostra casa comune, la Terra. E fra pochi anni contiamo di abitare il nostro satellite e altri pianeti. È questo il percorso della mostra “Spazio 2019. Scienza e immaginario a cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna”, dove si intrecciano ricerca scientifica e immaginario collettivo.

L’immaginario è quello modulato sulla cultura pop, che dagli anni Cinquanta si è affermato grazie ai mass media; la ricerca è soprattutto quella internazionale a cui ha contribuito il nostro Ateneo. Un taglio molto particolare, dunque, rispetto alle altre iniziative che affollano quest’anno di celebrazioni. Coerente con la missione del Laboratorio Dos Design of Science dell’Università di Ferrara, promotore del progetto, che è quello di comunicare la scienza nel contesto sociale. La cura della mostra e delle attività collaterali è di Marco Bresadola e Michele Fabbri, direttori del Laboratorio; la direzione è di Ursula Thun Hohenstein, presidente del Sistema museale di ateneo dell’Università degli Studi di Ferrara.

L’exhibit si terrà a Palazzo Turchi di Bagno, dal 31 ottobre al 23 febbraio e condurrà il visitatore alla conquista dello spazio attraverso oggetti, immagini, suoni e video collegati alle tappe salienti di una delle più grandi imprese compiute dall’uomo moderno.

“Con questa mostra la storia della scienza incontra la storia dell’umanità; sapere storico e scientifico dialogano insieme in modo armonico – spiega Marco Bresadola – L’idea è quella di mettere insieme due prospettive lontane: la storia dell’esplorazione umana dello Spazio e l’impegno dell’ateneo ferrarese nella ricerca scientifica internazionale sul tema. Per raggiungere questo risultato si è attivata una collaborazione tra ricercatori appartenenti a diversi dipartimenti dell’Ateno, che raramente dialogano tra loro: da Studi Umanistici a Fisica e Scienze della Terra, da Architettura a Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale.”

“Il taglio espositivo – sottolinea Michele Fabbri – è quello di mettere fianco a fianco – anche nella disposizione dei contenuti – gli elementi scientifici e quelli della comunicazione di massa. L’esplorazione dello Spazio è stata anche la prima narrazione “epica globale”, e si è sviluppata con l’affermarsi dei mass media. Un’epica pop. Resa in mostra accostando modellini per collezionisti – prestati da Giovanni Mongini – con satelliti scientifici, tute spaziali e frammenti di rocce lunari con abiti di scena, dirette dallo spazio con fiction cinematografica.”

La mostra si articola in senso cronologico ripercorrendo le grandi tappe dell’epos spaziale. Da “Appena fuori casa” con la sfida sovietica della Vostok di Jurij Gagarin, alla rincorsa e al successo del progetto statunitense Apollo, alla “Casa comune” delle stazioni orbitanti Mir e Iss, al progetto abitativo del Moon Village fino all’esplorazione dello spazio profondo. Ma prima di iniziare questo viaggio, sarà possibile passare attraverso la Cosmic Shower, un rivelatore di raggi cosmici che, attivandosi al nostro passaggio, ci fa vedere le particelle che continuamente ci bombardano dallo Spazio.

Il contributo scientifico dell’Università di Ferrara che si incontrerà in mostra spazia dai pericoli per il corpo umano in condizioni di assenza di gravità alla protezione degli strumenti di bordo, dalla progettazione di flotte di nanosatelliti orbitanti intorno alla Terra allo sviluppo di strumenti per indagare l’origine e la struttura dell’Universo.

“Per un museo come il nostro – afferma Ursula Thun Hohenstein – è un grande successo rendere evidente e accessibile anche al pubblico dei non esperti come una università di medie dimensioni e in crescita come la nostra partecipi a progetti di altissimo livello scientifico e tecnologico su scala globale collaborando con i leader mondiali del settore.” La mostra ha il patrocinio scientifico di Esa (Agenzia spaziale europea), ASI (Agenzia spaziale italiana), Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) e Inaf (Istituto nazionale di astrofisica).

Eventi ‘satellite’. La mostra è il cardine di un progetto comunicativo più vasto ed articolato che coinvolgerà pubblici diversi. Il ciclo di incontri pubblici ‘Non voglio mica la Luna’, cercherà di far luce su cosa accade con l’avvento di nuovi soggetti come la Cina e gli imprenditori privati nell’esplorazione del cosmo. Le scuole potranno partecipare a laboratori tematici nei quali insegnati e studenti lavoreranno insieme a ricercatori dell’Ateneo, e potranno incontrare gli scienziati coinvolti nei progetti di ricerca esposti in mostra. Il progetto ‘Space food’ approfondirà il tema dell’alimentazione nello spazio: dagli studi scientifici alle ricette per gli astronauti fino al possibile menù del futuro sulle nostre tavole. Una rassegna cinematografica svilupperà il tema della fiction proposto in mostra.

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