Detenuta trans abusata. “Il silenzio delle istituzioni è complice”
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“Nell’immediatezza di un’ordinanza contingibile e urgente siamo stati costretti a demolire le casette per renderle inagibili. E questo in un ragionamento serio e ponderato. Rimando al mittente, ai ‘ragazzi’ qua segnati, a Baraldi, Bertolasi, che in questi giorni presentano interpellanze gossipare, perché bastava chiedere a me il motivo”. È questa la risposta informale, giunta in diretta Facebook dal suo ufficio in municipio, che il vicesindaco Nicola Lodi ha dato all’interpellanza presentata dal Pd in merito alla regolarità delle ultime operazioni all’ormai ex campo nomadi: la demolizione delle casette, dunque, compreso lo show messo in piedi dallo stesso Lodi a favore di giornalisti, pare essere stato una diretta conseguenza dell’ordinanza firmata dal sindaco Alan Fabbri il 1° agosto.
C’è da rilevare però che l’ordinanza stessa, che ha carattere di eccezionalità e che non è un ombrello sotto il quale ogni azione è permessa, non fa alcun cenno a eventuali demolizioni, tanto meno che, in una simile situazione di pericolo e di emergenza, debba provvedervi di persona il vicesindaco.
Nel dettagliato elenco degli “ordini” del sindaco si parla infatti dell’allontanamento dei nuclei familiari dal campo, della loro sistemazione altrove, si parla poi di “completa rimozione dei rifiuti”, di “pulizia, disinfestazione e sanificazione dell’intera area comunale” e “messa in sicurezza dei fabbricati […] dichiarandoli, in considerazione dello stato di conservazione e degrado sotto il profilo strutturale, temporaneamente inagibili”. Dichiarandoli, non rendendoli a mezzo di demolizione improvvisata. Ancora, il sindaco vieta anche “qualsiasi attività umana all’interno dell’area in oggetto o nelle immediate vicinanze entro raggio di 500 metri dal perimetro […] prevedendo idonea apposizione di sigilli”, difficile dunque anche giustificare la necessità spettacolare sulla base dell’atto sindacale. E anche quando si parla di “eliminare i fattori di rischio”, il riferimento è ai rischi “derivanti dall’erogazione di energia elettrica e di gas”.
In ogni caso secondo Lodi era “nostro compito sgomberare e rendere inagibili” i fabbricati “e c’era solo una maniera: demolire le casette restanti”.
E farlo in qualsiasi modo, si può aggiungere, anche senza espliciti provvedimenti, senza piani di sicurezza, senza un responsabile per l’incolumità degli operatori e dei presenti: “Se avessimo dovuto ascoltare il Pd avremo dovuto fare una gara” per “svariate decine di migliaia di euro”, invece Lodi ha trovato un via diversa: “Abbiamo chiesto a un’azienda privata se in maniera gratuita ci avrebbe reso inagibile le strutture”. E così è avvenuto. Lodi comunque promette che un cantiere ci sarà, per la bonifica e per questo verrà fatto un apposito bando.
Collegato al tutto è anche il coronamento di uno dei sogni politici di ‘Naomo‘: salire sulla ‘ruspa’ per abbattere le casette dei nomadi. A Modonesi e al resto del Pd, che chiedono se ne avesse l’abilitazione per farlo, Lodi ricorda che per guidarle, da codice della strada, basta la patente B. E comunque lui non l’ha guidata, “ho azionato le leve in totale sicurezza, senza nessuno nelle vicinanze, e se questa deve essere un’azione che porterà al vicesindaco una sanzione, ben venga, però sono orgoglioso di averlo fatto perché abbiamo risparmiato decine di migliaia di euro, perché abbiamo sgomberato il campo nomadi, perché voi, tu Aldo, non sei riuscito in anni a mettere in ordine quel campo nomadi. Domani stesso farei la stessa cosa, con la stessa metodologia”.
Per legge, non lo ha ricordato Lodi nella sua diretta, gli operatori di simili mezzi, oltre ad avere la patente di guida B, devono ottenere anche un patentino apposito, seguendo uno specifico corso di formazione. ‘Naomo’ non sembra esserne munito, ma potrebbe essere più un problema dell’imprenditore che suo. In ogni caso, spiega il vice di Fabbri, “in una ordinanza contingibile e urgente ci sono scelte e delle azioni che vanno fatte in urgenza anche senza cantiere e queste sono previste e concordate”.
“Vi risponderò forse il trentesimo giorno – dice infine agli interroganti, mostrando un certo disprezzo per le vie istituzionali del confronto politico -. Però la mia risposta è questa: tutto era in regola, abbiamo risparmiato e svuotato il campo nomadi”.
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