Attualità
30 Settembre 2019
"Ho capito che ero di troppo". Ma la neo presidente Gisella Rossi rilancia: "Abbiamo bisogno di lei, resti almeno come consigliere"

Scontro in Fondazione Ado, Daniela Furiani lascia

di Redazione | 2 min

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Daniela Furiani

Si è dimessa da presidente e consigliere della fondazione Ado per divergenze non sanabili con l’attuale Consiglio di Amministrazione. Una decisione sofferta ma irrevocabile, quella di Daniela Furiani, storica fondatrice della onlus che in città ha realizzato la Casa della Solidarietà di via Veneziani (per l’assistenza ai malati oncololgici in fase terminale, inaugurata nel 2001) e sta per terminare la realizzazione della Casa del Sollievo (residenza sanitaria per malati di Sla). E non accetterà, come proposto dallo stesso Cda, la nomina a presidente onorario a vita, “perché alla nuova dirigenza auguro ogni bene, ma non voglio che venga usato in nessun modo il mio nome”.

Daniela Furiani sostiene di aver presentato le sue dimissioni irrevocabili per mancanza di dialogo con gli altri consiglieri e in particolare con il vice presidente Claudio Ramazzina, ma che dovevano scattare nel momento dell’apertura della Casa del Sollievo. “Volevo vederla terminare – dice – ma hanno approfittato della mia assenza (sono stata con mio figlio tornato dall’America) per accettare da subito quelle dimissioni rendendole effettive. E ora vorrebbero farmi presidente onoraria, ma non se ne parla nemmeno. Devono andare avanti senza di me e senza utilizzare il mio nome”. Le motivazioni dei dissidi interni, secondo la versione della Furiani, sarebbero legate alle divergenze sulla realizzazione di una Sala Polivalente nella Casa del Sollievo, progetto già ridimensionato rispetto all’idea iniziale di creare un teatro per il benessere dei pazienti. “Un grande progetto che presenta costi giudicati eccessivi – precisa Furiani – ma sarebbe stata un’eccellenza a livello europeo che avrebbe potuto aspirare a ottenere un contributo rilevante, a fondo perduto, dall’Onu. Purtroppo la sua mancata realizzazione è da attribuirsi sia alla non disponibilità dei fondi sia alla mancanza di collaborazione da parte dei consiglieri che avessero voluto, insieme a me, mettere l’impegno necessario per la raccolta dei fondi”.

Per la neo presidente della Fondazione Ado, l’avvocato Gisella Rossi, il problema riguardante la Sala Polivalente  – progetto approvato su proposta della stessa Furiani – doveva essere affrontato solo dopo aver fatto partire la parte sanitaria della residenza, “che per noi era la priorità”. “Un bellissimo progetto – dice l’attuale presidente – che però abbiamo detto di sospendere per il momento anche su suggerimento dei revisori dei conti, dato che si stava già erodendo la nostra riserva e la necessità era quella di far partire prima possibile la struttura. Non è un progetto cancellato o abbandonato per sempre, ma una questione di priorità. E’ da questo che è nato lo scontro, ma capisco la delusione di Daniela, che noi vorremmo comunque mantenesse almeno il ruolo da consigliere”.

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