Eventi e cultura
29 Settembre 2019
La giuria ha scelto il libro ‘Io Khaled vendo uomini e sono innocente’. A Lucia Annunziata il premio Gianni Granzotto

A Francesca Mannocchi l’Aquila d’oro del Premio Estense

di Redazione | 3 min

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Giornata di grandi premiazioni per la cinquantacinquesima edizione del Premio Estense, che si è svolta sabato 28 settembre al teatro comunale Claudio Abbado, guidata anche quest’anno dalla giornalista Cesara Buonamici.

Quattro sono stati i libri finalisti, tra cui la giuria tecnica e la giuria popolare ferrarese hanno scelto come vincitore dell’Aquila d’oro Francesca Mannocchi, autrice del libro “Io Khaled vendo uomini e sono innocente”, edito da Einaudi, romanzo e al contempo reportage giornalistico che risveglia la coscienza di un Occidente che in maniera troppo sbrigativa e frettolosa si è defilato sul tema delle migrazioni. “Khaled traffica esseri umani ma si dichiara innocente – ha spiegato l’autrice-, c’è una provocazione, ma anche il tentativo di tornare alle domande alle domande di partenza del fenomeno migratorio. Dopo il regime di Gheddafi in ragazzi come lui ci sono automatismi, conoscono solo violenza e ritorsione”.

Il romanzo e al contempo reportage giornalistico che risveglia la coscienza di un Occidente che in maniera troppo sbrigativa e frettolosa si è defilato sul tema-monstre delle migrazioni, ha messo d’accordo la giuria tecnicae quella popolare, riunite sabato mattina a Palazzo Roverella a Ferrara, alla terza votazione con 25 preferenze.  “Oggi come mai è importante avere cura delle parole, parlare per esempio di ‘fenomeno’ migratorio e non di ‘emergenza’ migratoria, che non esiste. La vera emergenza è quella umanitaria nelle carceri libiche, dove da anni, giornalisti e organizzazioni umanitarie denunciano abusi e torture”, ha detto la vincitrice appena saputo della vittoria.

Importante riconoscimento anche per Lucia Annunziata, insignita del premio Gianni Granzotto, conferito a chi, operando nel campo dell’informazione, si è distinto per correttezza, impegno e personalità.

Sul palco anche gli altri finalisti: Vittorio Feltri con la sua autobiografia ‘Il Borghese’, in cui ogni capitolo è dedicato a persone che sono state importanti per la vita e per la formazione del giornalista e direttore di ‘Libero’: la zia Tina e il pretino in primis. In gara anche Paolo Bricco con ‘Lo straniero’ in cui il giornalista “Paolo ha avuto la capacità di fermare la memoria di Marchionne sulle pagine, di renderlo contemporaneo a lungo, raccontandone luci e ombre, e in un tempo in cui si esaltano o si distruggono le persone con un tweet, si è soffermato su fatti e parole per dar loro un valore aggiunto”, come ha spiegato Alberto Faustini, membro della giuria tecnica. A cercare di dissipare i luoghi comuni sulla nostra società è ‘La verità, vi prego, sul neoliberismo’ di Alberto Mingardi.

Premiati inoltre i tre lavori degli studenti sul libro premiato lo scorso anno, ‘A mano disarmata’ di Federica Angeli: al terzo posto la classe 4Q del liceo scientifico Roiti, al secondo posto un gruppo di studenti del liceo Carducci, e primo posto per un gruppo di lavoro di studenti dell’Iti Copernico Carpeggiani.

“Il giornalismo non è morto, come invece ha sostenuto poco fa Vittorio Feltri- ha ribadito Guido Gentili, presidente della giuria tecnica-, e la prova l’abbiamo avuta stasera: Feltri e Lucia Annunziata sono la prova della vitalità del giornalismo italiano”.

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