Attualità
23 Settembre 2019
Dal sito Unife è sparita la raccolta firme a sostegno del rettore e il Senato Accademico avrebbe deciso di annullare la procedura della Commissione Etica a distanza di ben 9 mesi dalla conclusione. Perché?

‘Caso Zauli’. Quattro domande in cerca di risposta

Giorgio Zauli
di Redazione | 4 min

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Giorgio Zauli

Giorgio Zauli

In attesa che il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Università di Ferrara risponda alla nostra istanza di revisione contro il diniego alla richiesta di accesso civico generalizzato (Foia), gli interrogativi sul ‘caso Zauli’, anziché diminuire, aumentano.

E in una vicenda in cui tutto viene mantenuto segreto, comprese le motivazioni con cui la Commissione etica ha ‘assolto’ il rettore di Unife in merito alle accuse mossegli per la sua condotta in alcune pubblicazioni scientifiche ritenute problematiche (42 quelle segnalate ad oggi), chiediamo ancora una volta delle risposte pubbliche, soprattutto a chi pubblicamente ha speso il proprio nome, avvallando l’esistenza di “reiterati attacchi” della stampa.

Succede, ad esempio, che dal 17 settembre, il giorno dopo la scadenza per le adesioni, dal sito dell’Università di Ferrara sia completamente sparita la raccolta firme in solidarietà al rettore contro i “recenti e reiterati attacchi comparsi sulla stampa nei suoi confronti”, che era arrivata a quota 366 tra docenti e ricercatori (qui l’ultima copia cache di Google). A che pro, dunque, raccogliere pubblicamente e istituzionalmente (utilizzando perfino personale amministrativo – Luca Picchioni e Valerio Muzzioli – per la sua gestione) delle firme, se poi vengono completamente oscurate?

Nello stesso giorno, peraltro, è sparita anche la nota di Zauli stesso, pubblicata sempre sul sito istituzionale Unife, in cui affermava che “non verrà ulteriormente tollerata la diffusione di notizie calunniose e chiaramente diffamatorie per tutelare la reputazione mia personale e soprattutto dell’Ateneo, che continuerò a dirigere con disciplina e onore fino al 31 ottobre 2021”.

Entrambe le pagine, ancora indicizzate da Google, risultano completamente eliminate dal sito di Unife.

Il tutto due giorni prima che si riunisse il Senato Accademico, in cui inizialmente si pensava venisse data lettura delle motivazioni con cui tre membri della Commissione Etica – il presidente Andrea Pugiotto, la vice Paola Migliori (rappresentante del personale tecnico-amministrativo) e Gian Matteo Rigolin (rappresentante dei professori associati)  hanno deciso di dimettersi, in parziale dissenso con la risposta che l’Università ha dato alla richiesta di accesso agli atti presentata da questo giornale. A quanto risulta si è parlato solo della necessaria ricostituzione della Commissione.

Invece pare che le cose si fosse già chiuse prima. Nella seduta precedente, quella del 4 settembre, sarebbe infatti emersa non solo l’ipotesi di un annullamento della procedura relativa a Zauli, ma pare sia stata anche messa ai voti. La Nuova Ferrara l’aveva anticipato il 9 settembre, Sylvie Coyaud, giornalista scientifica e curatrice del blog Oca Sapiens, ne ha dato parziale conferma e secondo quanto risulta a Estense.com – seppure i membri mantengano il più stretto riserbo anche su questo – il Senato, avrebbe effettivamente dato l’assenso all’avvio di una procedura di annullamento per gravi vizi formali, su proposta di Giuseppe Galvan, che è il responsabile anticorruzione, nonché direttore generale di Unife e segretario del Senato Accademico.

Il tutto, se confermato, sarebbe molto interessante per le sequenze temporali, perché una richiesta tale sarebbe arrivata e poi approvata a ben 9 mesi di distanza dalla conclusione della procedura da parte della Commissione etica e dopo che, parola del rettore in persona, “il procedimento si è regolarmente svolto fino all’epilogo finale”. Singolare che, sempre secondo Zauli, “dell’esito dei lavori della Commissione Etica sono stati puntualmente informati il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione nel mese di gennaio 2019”, eppure solo a settembre si sarebbe deciso di cancellare tutto, dopo la nostra richiesta Foia, dopo la presa di posizione dei vertici della Commissione. A quanto risulta a questo giornale, inoltre, il Senato non avrebbe neppure visto le carte che conterrebbero i presunti vizi formali: ci si chiede allora su quali basi sarebbe stata presa una così pesante decisione.

Ovviamente usiamo il condizionale, perché da più di un anno su tutta la vicenda vige una chiusura pressoché totale, in parte per via dei doveri istituzionali della Commissione (che è tenuta per regolamento al riserbo), ma soprattutto per volontà di Zauli e dell’Ateneo.

Ora, dato che la maggior parte dei membri del Senato Accademico risulta essere tra i firmatari dell’appello in solidarietà al rettore e che dunque pubblicamente si sono esposti sulla vicenda, chiediamo anche a loro – oltre che a Zauli e al responsabile anticorruzione Galvan – che altrettanto pubblicamente venga data risposta ad alcune domande, per eliminare almeno qualche incertezza:

Corrisponde al vero che nella seduta del 4 settembre del Senato Accademico il responsabile anticorruzione ha proposto di annullare la procedura della Commissione Etica relativa al rettore Giorgio Zauli per gravi vizi di forma?

Corrisponde al vero che il Senato Accademico ha approvato tale proposta, pur senza aver visionato gli atti della procedura?

In caso affermativo, perché è stata avanzata tale richiesta a distanza di ben 9 mesi da quando la procedura è stata conclusa, conosciuta e parzialmente divulgata al pubblico dallo stesso rettore?

Per quale motivo sono scomparse la raccolta firme a sostegno del rettore e la precedente nota di Zauli contro la stampa pubblicate sul sito istituzionale dell’Università di Ferrara?

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