di Simone Pesci
“Tre quarti di secolo fa di fronte a questo muro morirono nove uomini. Le lancette della storia a volte si fermano su persone comuni, uomini e donne che non agiscono con intento di diventare eroi ma lo diventano e basta, in silenzio e senza medaglie”.
Dopo la benedizione del vicario generale Massimo Manservigi al cippo, è l’assessore Micol Guerrini a commemorare i nove uomini che fra il 10 e il 20 agosto 1944 furono uccisi per mano fascista in due date che passarono alla storia come gli Eccidi della Certosa. Una pagina nera della storia cittadina, che si è consumata davanti al Tempio di San Cristoforo e che ogni anno merita una celebrazione.
“I nove uomini – prosegue Guerrini – furono incarcerati, torturati e poi fucilati semplicemente perché in quegli anni bui mantennero viva la volontà e il coraggio di esprimere e diffondere le proprie idee. Quello che ci hanno lasciato è un insegnamento di libertà, che vale per tutti e che deve parlare al cuore di tutti. La liberà non può essere uccisa né fermata”.
Altrettanto sentito il ricordo di Antonella Guarnieri, responsabile del museo del Risorgimento e della Resistenza: “Questi uomini hanno contribuito in maniera rilevante a tenere vivo l’antifascismo in una città devastata, teatro del terribile Eccidio del Castello. Questi uomini sono importanti perché in qualche modo hanno contribuito a liberare la nostra città”.
Per questo sarà fondamentale tenere viva a lungo la memoria, perché “dobbiamo continuare a ricordarli e a raccontarli ai giovani: dobbiamo continuare a studiare in maniera documentata, scientifica e storica quel periodo”.
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