Attualità
12 Luglio 2019
La direzione generale dell'ospedale risponde all'allarme lanciato dal sindacato Anaao sulle criticità di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, Area Medica e Area Radiologica

Organico e condizioni di lavoro a Cona: “Lavoriamo per organizzare al meglio il personale”

di Redazione | 5 min

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L’allarme del sindacato Anaao sulle condizioni di lavoro all’ospedale Sant’Anna di Cona, recapitato con una lettera anche a sindaco e gruppi consiliari del Comune, è stato in qualche modo raccolto dalla direzione generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara. Che in merito alle criticità rilevate nelle tre aree Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, Area Medica e Area Radiologica, risponde punto per punto.

Facendo presente innanzitutto che, per quanto riguarda Medicina d’Urgenza, la scelta fatta dopo il dicembre 2016 fu quella di aumentare il numero di posti letto “in modo da ricoverare i pazienti urgenti in questo reparto per la notte e trasferire, di giorno, coloro che dovevano essere ricoverati nelle medicine”. “In questo modo – prosegue la nota della direzione generale – la Medicina d’Urgenza avrebbe avuto il ruolo di “stabilizzazione dell’urgenza” e le degenze mediche avrebbero avuto la possibilità di svolgere il loro lavoro in modo più ordinato. La programmazione del flusso del ricovero internistico ha avuto successo a fasi alterne. Più precisamente si è dimostrato efficacie relativamente al numero settimanale programmato di dimissioni; meno rispetto al ritmo costante delle dimissioni stesse. Contemporaneamente la concentrazione dell’emergenza – e in modo particolare del ricovero internistico urgente –  è aumentata su Cona. Ma soprattutto, come questa Direzione ripete da tempo considerevole in più di una sede (giornalistica, istituzionale e non), siamo costretti a gestire con la predisposizione provvidenziale degli strumenti di gestione dell’iperafflusso, un drammatico e cronico problema di ipodeflusso, cioè delle scarse dimissioni.

“Abbiamo più volte ripetuto – è la conclusione – che il numero di pazienti in attesa di essere ospitato in una lungodegenza, in una struttura postacuzie o in un hospice (poiché le condizioni cliniche non sono più quelle che hanno determinato il ricovero in urgenza) ma che permane inappropriatamente all’interno di Cona, varia da 20 a 40 persone. Questi sono pazienti in condizioni di dimissione protetta, cioè subacuti, per i quali l’ospedale utilizza servizi e dotazioni di personale predisposti per i pazienti acuti, cioè in eccesso di potenzialità diagnostiche, terapeutiche, ma in difetto di potenzialità di riattivazione, mestiere tipico delle forme territoriali e intermedie di assistenza”.

Una situazione, quella descritta, che genera un paradosso: nel 2019 sono aumentati i pazienti inviati dal pronto soccorso di Cona verso le case di cura dopo due anni di drastica riduzione, mentre contemporaneamente “manteniamo appunto in ospedale pazienti che non si giovano del potenziale diagnostico e terapeutico di Cona e avrebbero bisogno di ambienti assistenziali a minore concentrazione medica e a maggiore valenza di riattivazione”. “Inoltre la pressoché totale saturazione dei posti letto di questo ospedale fa sì che il flusso previsto (ricovero notturno in Medicina d’Urgenza, trasferimento diurno in medicina per acuti) non sempre trovi la possibilità di essere adeguatamente eseguito, con la conseguente costrizione a ricoverare di notte in medicina”.

“La Direzione Sanitaria – prosegue il direttore generale Tiziano Carradori – non nega ciò che succede ma lo quantifica. Nei primi sei mesi del 2018 furono ricoverati in orario notturno nelle medicine 91 pazienti e nelle medicine specialistiche 78. Rispettivamente 0,5 e 0,4 pazienti a notte per guardia. Grossolanamente 1 a notti alterne (una notte si e una notte no). Invece, nel 2019, sono stati 252 (in orario notturno, nelle medicine) e 69 (nelle medicine specialistiche): cioè, in media 1,3 e 0,4. Tale incremento – in assenza di modifiche nei servizi esterni di accoglienza – ha portato questa Direzione a prospettare ai responsabili dei Dipartimenti Medici, alla fine dello scorso anno, l’istituzione di tre postazioni di guardia. I Dipartimenti hanno preferito mantenere l’attuale ripartizione oraria del personale necessario (certamente presente, difficile da incrementare, ma in servizio secondo le necessità) tra il giorno e la notte. La Direzione, sia nel processo di negoziazione del budget, sia negli incontri sindacali, ha ribadito di star predisponendo la pianificazione tecnica necessaria all’implementazione delle tre guardie notturne dopo il periodo estivo, notoriamente il meno adatto a modificazioni maggiori nei turni”.

La direzione generale inoltre rivendica di aver sempre cercato di coprire i posti con le competenze appropriate: “Infatti ad oggi i posti coperti, cioè con un titolare, sono 30 +1 (il primario). I presenti sul posto di lavoro sono invece 25 + 1 a causa di assenze determinate da gravidanze e lunghe malattie. Nonostante i tentativi fatti ripetutamente, non è stato possibile colmare queste assenze per mancanza di candidati. A tale proposito questa direzione ha richiesto ai colleghi la disponibilità ad orario aggiuntivo incentivato e ne ha disposto l’uso per il tempo strettamente necessario, dal momento che tale dispositivo non costituisce strumento ordinario di gestione.  Nella stessa linea certamente non abbiamo avuto bisogno del suggerimento del sindacato per chiedere all’Azienda Unità Sanitaria Locale di coprire i turni dell’automedica con personale Met in modo da ricoprire tutte le postazioni di Ps anche con una dotazione ridotta”.

Quindi il capitolo riguardante i problemi di Radiologia, rispetto alla quale “si fa notare l’aspra opposizione dell’Anaao al primariato interaziendale di Radiologia”, opposizione “che conosce aspetti singolari di personalizzazione estrema anche verso il Dirigente che ha l’incarico”. “Tale aspra opposizione – puntualizza Carradori – non aveva evidenziato però la composizione delle équipe e delle competenze, e la sottostima del personale necessario. Le azioni messe in atto dalla Direzione hanno portato l’organico al massimo possibile rispetto alla disponibilità presente sul mercato. Abbiamo, con regolare concorso, “prenotato” degli specializzandi da assumere non appena specializzati. Stiamo valutando il miglior assetto organizzativo possibile tra le due Unità Operative di Radiologia presenti (attualmente squilibrate a livello di organico) e utilizzeremo il personale di cui sopra (non appena disponibile), per formare nuove professionalità che diano continuità alla Radiologia Interventistica”.

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