Ospital Monacale. Si sarebbe suicidato, sparandosi un colpo di pistola al volto. E’ questa l’ipotesi più accreditata della morte di un agricoltore di 56 anni, residente con la compagna a Consandolo, ma con una ventina di ettari di terreno ubicati tra Ospital Monacale e Traghetto.
Il suo cadavere è stato rinvenuto intorno alle 17 di ieri, venerdì 5 luglio, dall’anziano padre dopo che per diverso tempo aveva cercato inutilmente di contattarlo al cellulare. Il telefonino insomma squillava a vuoto, senza dare risposta. Preoccupato da questa strana situazione il genitore si è recato sul posto di lavoro del figlio, nei campi, e lo avrebbe trovato riverso all’indietro, seduto su una sedia, a fianco di un capannone per il ricovero di mezzi ed attrezzi, con ancora in mano quell’arma.
Stando a quanto riferito da alcuni famigliari l’uomo, che da alcuni anni era rimasto orfano della madre, cui era legatissimo, e la cui immagine era tatuata a un braccio, pare non soffrisse di particolari disturbi o problemi di carattere economico, di salute o depressivi. E nel pomeriggio della tragedia, o nei giorni precedenti, non avrebbe dato segni di squilibrio o di preoccupazioni.
Perciò al di là delle concrete apparenze, e di possibili motivazioni dell’infausto gesto, non si esclude anche l’ipotesi, ma a quanto sembra appunto molto meno probabile, che sia stato ucciso da un colpo partito accidentalmente da quel revolver, che avrebbe potuto ad esempio usare per tenere lontani dai raccolti degli animali predatori.
A stabilire la causa ora è compito degli inquirenti. Di certo c’è che, in casa, deteneva alcune armi da fuoco, regolarmente denunciate.
Sul posto per i rilievi del caso sono intervenuti i carabinieri di Argenta, di Portomaggiore e la polizia scientifica. Il corpo è stato quindi trasferito, su disposizione del magistrato di turno, all’istituto di medicina legale di Ferrara, presso l’ospedale Sant’Anna di Cona, in attesa del riconoscimento ufficiale della salma e dell’autopsia.
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